Tombolata!

I giovani e i giovanissimi della parrocchia organizzano una serata di fraternità con tombolata.
L'appuntamento è per lunedì 2 gennaio alle ore 21.00 nel saloncino parrocchiale
E' un momento per ritrovarci tutti insieme e scambiarci gli auguri. Vi aspettiamo numerosi...

Festa della Santa Famiglia di Nazaret






Oggi, 30 dicembre,
festa della Santa Famiglia
ci sarà un momento di preghierà
per la famiglia alle ore 20.00 in chiesa.
Siamo tutti invitati!

Gli auguri del nostro vescovo

Natale, mistero di amore e di libertà

Buon Natale, amici miei.
Ma è opportuno scambiarsi gli auguri in un momento dicosì grave e diffusa crisi?
Sì, amici miei. Buon Natale, nonostante tutto. Anzi, proprio per la grave crisi che colpisce la nostra società, peri tanti problemi economici, sociali e politici che rendono inquieta la nostra vita, proprio per questo abbiamobisogno dell’augurio di Buon Natale.
Non è una facile e ingenua evasione dalla realtà, quasi un invito a mettere tra parentesi le attuali preoccupazioni,a “fare finta” di nulla. È un grido di speranza, un incoraggiamento a “rimetterci in piedi” con la certezza che Dio non è insensibile alla nostra sofferenza. Il profeta Isaia pone sulle nostre labbra una struggente preghiera e una accorata richiesta: “Non forzarti all’insensibilità,perché tu sei nostro padre... da sempre ti chiami nostro redentore. Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema? Ritorna per amore dei tuoi servi, per amore delle tribù, tua eredità... Se tu squarciassi i cieli e scendessi!” (Libro di Isaia, capitolo 63, versetti 15-19).
Il mio augurio vuole essere un invito a fare entrare il Natale nella vita e a consegnare al Bambino, che nascea Betlemme, le nostre preoccupazioni e le nostre ansie.
Scambiandoci gli auguri, vogliamo che il Natale illumini con la sua luce i vari ambiti della nostra esistenza,diradando le tenebre che rendono incerti i nostri passi. Vogliamo vivere il Natale come la rivelazione del nostro Dio che, facendosi uomo, ci prende per mano per educarci alla libertà e all’amore.
“Il cammino verso la Grotta di Betlemme, ha detto Benedetto XVI, è un itinerario di liberazione interiore,un’esperienza di libertà profonda, perché ci spinge ad uscire da noi stessi e ad andare verso Dio che si èfatto a noi vicino, che rinfranca i nostri cuori con la suapresenza e con il suo amore gratuito, che ci precede e ci accompagna nelle nostre scelte quotidiane, che ci parla nel segreto del cuore e nelle Sacre Scritture. Egli vuole infondere coraggio alla nostra vita, specialmente nei momenti in cui ci sentiamo stanchi e affaticati e abbiamo bisogno di ritrovare la serenità del cammino e sentirci con gioia pellegrini verso l’eternità” (16.12.2010).
Non so se ricordate il lavoro teatrale di Jean-Paul Sartre (Parigi, 1905-1980) Bariona o il figlio del tuono. Raccontodi Natale per cristiani e non credenti. È la storia di Bariona, la cui vita viene “stravolta” dall’incontro con il Dio Bambino, che avrebbe voluto uccidere, ma non riescea farlo perché “per trovare il coraggio di spegnere questa giovane vita tra le mie dita, non avrei dovuto scorgerlo dapprima in fondo agli occhi di suo padre”. Anzi, doneràla sua vita per salvarlo! Egli non credeva che Dio si potesse fare uomo e nel suo lacerante tormento interiore aveva ironizzato: “Un Dio, trasformarsi in uomo! Che racconto da balia! Non vedo ciò che potrebbe tentarlo nella nostra condizione umana. Gli Dei stanno in cielo,tutti occupati a gioire di sé stessi. E se capitasse loro discendere fra noi, sarebbe sotto qualche forma brillantee fugace, come una nube purpurea o un lampo. Un Dio si trasformerebbe in uomo? L’onnipotente in mezzo alla sua gloria, contemplerebbe quei pidocchi che brulicano sulla vecchia crosta della terra e la sporcano con i loro escrementi e direbbe: voglio essere uno di quei parassiti? Lasciatemi ridere!”.
E invece è proprio così!
Il nostro Dio si è fatto uomo, si è fatto piccolo, debole e fragile per amore nostro, perché ci ama alla follia. “È mai possibile una cosa del genere?, si chiede Benedetto XVI. È cosa degna di Dio farsi bambino?... Nella grotta di Betlemme, Dio si mostra a noi umile ‘infante’ pervincere la nostra superbia. Forse ci saremmo arresi piùfacilmente di fronte alla potenza, di fronte alla saggezza; ma Lui non vuole la nostra resa; fa piuttosto appello al nostro cuore e alla nostra libera decisione di accettare ilsuo amore. Si è fatto piccolo per liberarci da quell’umana pretesa di grandezza che scaturisce dalla superbia; si è liberamente incarnato per rendere noi veramente liberi, liberi di amarlo” (17.12.2008).
Il Natale è uno schiaffo alla nostra superbia, al nostroorgoglio, alla nostra mania di grandezza. Dal Dio che si èfatto uomo lasciamoci educare alla “libertà da noi stessi”!
Prima di concludere, vi chiedo di “pensare” al seminario e ai seminaristi. Pregate per loro, perché apprendano l’arte di amare e crescano come uomini veramente liberi. Pregate anche per me, mentre io vi assicuro la mia quotidiana preghiera.

Buon Natale, amici miei.


+ Paolo, vescovo

Buon Natale!


Sono nato nudo, dice Dio, perché tu sappia spogliarti di te stesso.
Sono nato povero, perché tu possa soccorrere chi è povero.
Sono nato debole, dice Dio, perché tu non abbia mai paura di me.
Sono nato per amore perché tu non dubiti mai del mio amore.
Sono una persona, dice Dio, perché tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso. Sono nato perseguitato perché tu sappia accettare le difficoltà.
Sono nato nella semplicità perché tu smetta di essere complicato.
Sono nato nella tua vita, dice Dio, per portare tutti alla casa del Padre.


Auguri di un Santo Natale a tutti!

IV domenica di avvento

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. (Lc 1,26-38)

Programma Santo Natale 2011

Incontro Giovani di A. C.

Venerdì 16 dicembre la nostra parrocchia accoglierà l'inocntro diocesano dei Giovani di azione Cattolica. L'appuntamento è alle ore 20.30 in chiesa per un momento di preghiera che sarà seguito da un agape fraterna nel saloncino (ognuno porterà qualcosa da condividere insieme agli altri) durate la quale gli animatori ci saranno giochi e animazione.
Vi raccomandiamo la massima puntualità e la partecipazione!

La città interiore

Venerdì 16 dicembre alle ore 19.30 presso la sala Avis a Ragusa si terrà il secondo appuntamento della città interiore...tra lectio umana e lectio divina. Il prof. Giovanni Salonia terrà una conferenza dal titolo: "Caino e Abele:il sogno e il dramma di essere fratelli"

III domenica d'avvento

Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. (Gv 1,6-8.19-28)

I testi liturgici di questo periodo di Avvento ci rinnovano l’invito a vivere nell’attesa di Gesù, a non smettere di aspettare la sua venuta, così da mantenerci in un atteggiamento di apertura e di disponibilità all’incontro con Lui. La vigilanza del cuore, che il cristiano è chiamato ad esercitare sempre, nella vita di tutti i giorni, caratterizza in particolare questo tempo in cui ci prepariamo con gioia al mistero del Natale. L’ambiente esterno propone i consueti messaggi di tipo commerciale, anche se in tono minore a causa della crisi economica. Il cristiano è invitato a vivere l’Avvento senza lasciarsi distrarre dalle luci, ma sapendo dare il giusto valore alle cose, per fissare lo sguardo interiore su Cristo. Se infatti perseveriamo “vigilanti nella preghiera ed esultanti nella lode”, i nostri occhi saranno in grado di riconoscere in Lui la vera luce del mondo, che viene a rischiarare le nostre tenebre.

In particolare, la liturgia dell’odierna domenica, detta “Gaudéte”, ci invita alla gioia, ad una vigilanza non triste, ma lieta. “Gaudete in Domino semper” – scrive san Paolo: “Gioite sempre nel Signore” (Fil 4,4). La vera gioia non è frutto del divertirsi, inteso nel senso etimologico della parola di-vertere, cioè esulare dagli impegni della vita e dalle sue responsabilità. La vera gioia è legata a qualcosa di più profondo. Certo, nei ritmi quotidiani, spesso frenetici, è importante avere spazi di tempo per il riposo, per la distensione, ma la gioia vera è legata al rapporto con Dio. Chi ha incontrato Cristo nella propria vita, sperimenta nel cuore una serenità e una gioia che nessuno e nessuna situazione possono togliere. Sant’Agostino lo aveva compreso molto bene; nella sua ricerca della verità, della pace, della gioia, dopo aver cercato invano in molteplici cose conclude con la celebre espressione che il cuore dell’uomo è inquieto, non trova serenità e pace finché non riposa in Dio. La vera gioia non è un semplice stato d’animo passeggero, né qualcosa che si raggiunge con i propri sforzi, ma è un dono, nasce dall’incontro con la persona viva di Gesù, dal fargli spazio in noi, dall’accogliere lo Spirito Santo che guida la nostra vita. È l’invito che fa l’apostolo Paolo: “Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo” (1 Ts 5,23). In questo tempo di Avvento rafforziamo la certezza che il Signore è venuto in mezzo a noi e continuamente rinnova la sua presenza di consolazione, di amore e di gioia. Abbiamo fiducia in Lui; come ancora afferma sant’Agostino, alla luce della sua esperienza: il Signore è più vicino a noi di quanto noi lo siamo a noi stessi.
Affidiamo il nostro cammino alla Vergine Immacolata, il cui spirito ha esultato in Dio Salvatore. Sia Lei a guidare i nostri cuori nell’attesa gioiosa della venuta di Gesù, un’attesa ricca di preghiera e di opere buone.

(Angelus di Papa Benedetto XVI dell'11 dicembre 2011)

I nostri primi 50 anni


“I nostri primi cinquant’anni”: questo è il titolo del libro che racconta la storia della nostra parrocchia.
Ritengo che la storia non si racconta solo datando gli avvenimenti straordinari, ricordando il succedersi dei pastori che l’hanno guidata in questi anni, oppure, celebrando le tappe di costruzione della chiesa edificio o dei locali annessi. Queste informazioni semmai sono la testimonianza del cammino di una comunità che ha bisogno di strutture materiali per vivere la comunione e accogliere i fratelli nella casa di Dio per fare casa con Dio. Il cammino di una comunità parrocchiale si racconta ricostruendo, la trama del disegno di Dio in questi cinquant’anni, attraverso tutte le varie iniziative, testimonianze e attività di apostolato a servizio del Vangelo di tanti fratelli e sorelle. Essi hanno riscritto il Vangelo nella loro vita traducendo laicamente i valori nella famiglia, nel quartiere, nella città producendo costumi, stili di vita, la coscienza della sacralità della vita, della famiglia..., tramandando alle generazioni successive tutto quello che a loro volta hanno ricevuto.
La nostra storia umana diventa Storia di Salvezza quando le nostre opere sono gradite e benedette dal Signore, se da lui sono ispirate e realizzate per la sua gloria. Tutti coloro che ci hanno preceduto ci hanno lasciato le loro “opere”, il loro esempio di dedizione generosa per Dio e per i fratelli e ora ci accompagnano con la loro intercessione insieme a tutti i Santi, affinché questo fiume di grazia che     è iniziato a scorrere cinquant’anni fa continui a formare il popolo santo di Dio perché proclami le sue grandi opere nella storia di questi nostri giorni.
 In questo nostro tempo molti pensano che la storia umana sia affidata ai filosofi, agli storici, ai sociologi, ai politici, a coloro che detengono il potere economico o alla coscienza personale. Invece il mondo non è giudicato dall’interno della storia, bensì dall’esterno, dall’alto. Se nella nostra storia sappiamo riconoscere la paternità divina e la relazionalità con Dio, non ci smarriamo e non perdiamo la consapevolezza del valore delle cose che facciamo in vista dell’eternità.
Questa è stata l’idea ispiratrice che mi ha guidato per tanti anni nel tentativo di raccontare la storia del cammino di una piccola porzione del popolo di Dio. Inoltre questo tentativo è stato avvalorato dalla presenza numerosa di tanti fratelli e sorelle che hanno vissuto gli inizi del cammino di questa comunità parrocchiale.
Pertanto, ringrazio tutti coloro che hanno consentito la realizzazione di questo libro: il consiglio pastorale che ha accolto la mia sollecitazione, i fratelli e le sorelle che hanno contribuito con le loro testimonianze, le sorelle Matarazzo che ci hanno fornito gran parte del materiale fotografico presente nel libro, padre Giuseppe Berenato e padre Salvatore Bertino che hanno impreziosita l’opera con una ricerca rigorosamente ben documentata e Alessandro Guastella e Salvina Barone che con grandi sacrifici e tenta passione si sono prodigati alla stesura del libro.

(Relazione introduttiva alla presentazione 
del libro del parroco don Enzo Barrano,
 tenutasi il 7 dicembre 2011)

Immacolata Concezione della B. V. Maria

La storia di questa devozione è molto antica: precede infatti di secoli la proclamazione del dogma. Già i Padri della Chiesa d’Oriente, nell’esaltare la Madre di Dio, avevano utilizzato espressioni che la ponevano al di sopra del peccato originale chiamandola: “Intemerata, bellezza dell’innocenza, più pura degli angeli”. In occidente, però, la teoria dell’immacolatezza trovò forti resistenze, non per avversionesione alla Madonna, ma per mantenere salda la dottrina della Redenzione operata solo in virtù del sacrificio di Gesù. Il francescano Giovanni Duns Scoto riuscì a superare questo “scoglio” dottrinale con una convincente distinzione: anche la Madonna era stata redenta da Gesù, con una Redenzione ‘preventiva’, prima e fuori dal tempo. Maria fu preservata dal peccato originale, in previsione dei meriti del suo Figlio divino. Nel 1830, la Vergine apparve a S. Caterina Labouré, la quale, in seguito, diffuse una “medaglia miracolosa” con l’immagine dell’Immacolata. Questa medaglietta suscitò un’intensa devozione e molti vescovi chiesero a Roma la “dichiarazione” di quel dogma che ormai era entrato nel cuore di quasi tutti i cristiani. Così Papa Pio IX l’8 Dicembre 1854 proclamava la Vergine Maria preservata dal peccato originale fin dal suo concepimento originale. Quattro anni dopo, nel 1858, la vergine apparve a Lourdes alla giovane Bernadette, presentandosi con il nome di “Immacolata Concezione”. Queste apparizioni furono come una prodigiosa conferma del dogma; una conferma, questa, che sembrò un ringraziamento per l’abbondanza di grazie che, dal cuore dell’Immacolata, piovvero sull’umanità.

Presentazione del libro

Mercoledì 7 dicembre alle ore 19.30 presso il Centro di Accoglienza e Amicizia di via Tolomeo n°1 verrà presentato il libro sulla storia della nostra parrocchia dal titolo "I nostri primi 50 anni".
L'opera sarà presentata da don Giuseppe Berenato. Interverranno il parroco, don Enzo Barrano, il vescovo Mons. Paolo Urso, il presidente della provincia Ing. Franco Antoci e il sindaco di Comiso Avv. Giuseppe Alfano.