Corso Guarigione interiore


Giornalino n°54 - Dicembre 2013




Halloween e Natale: il ribaltamento del buon senso

Osservare quello che avviene attorno a me in questi giorni mi ha portato a fare una riflessione che voglio condividere con voi, poiché mi pare sia esemplificativa di quanto la nostra società abbia smarrito non solo le sue radici cristiane, ma anche e soprattutto una buona dose di ragionevolezza e di buon senso.
Mi riferisco a due tendenze culturali che stanno diffondendosi in questi ultimi anni: la diffusione sempre più dilagante di quel  rituale di origine celtica che si chiama “Halloween” e la tendenza a estromettere dai nostri luoghi i simboli sacri del Natale, prima fra tutte il divieto di fare recite a tema sacro nelle scuole.
Da qualche anno, anche in Italia, sta spopolando infatti questa “moda” di Halloween, che ha sostituito, per non dire sop-piantato, la festa cristiana di Tutti i Santi.
I bambini, fin da piccolissimi, vengono invogliati a travestirsi da streghe, fantasmi, diavoli, vampiri e quant’altro di macabro possa esistere, si organizzano apposite feste nelle scuole e nei luoghi pubblici che coinvolgono sempre più ragazzi e adulti.
Celata dietro l’apparente innocenza di questi travestimenti, c’è a mio parere oltre che uno smarrimento della nostra identità culturale e religiosa, anche un profondo vuoto di senso che caratterizza la nostra società e con il quale abbiamo ormai imparato a convivere, senza la minima voglia di reagire. Così mostri e streghe popolano le notti dei nostri bambini con incubi e paure. 
Dall’altro lato bisogna osservare come festeggiamo il Natale. Nelle scuole da diversi anni si sente dire che non è opportuno che i ragazzi facciano scenette che rievocano la storia di Gesù perché queste, si dice, potrebbero urtare la sensibilità di chi professa un’altra religione. Niente di più sciocco!
Una bella storia, ricca di valori umani, come quella della famiglia di Nazareth non può essere considerata offensiva! Volendola guardare anche solo dal punto di vista umano, non si può fare altro che restare affascinati da questa storia d’amore: una giovane ragazza che, rimasta incinta, decide di tenere il bambino e portare avanti la sua gravidanza pur in mezzo a tante difficoltà, la sensibilità e l’amore  di Giuseppe, la nascita del bambino nell’umiltà di una mangiatoia, la generosità dei pastori e dei magi, le peripezie della piccola famiglia costretta a fuggire in Egitto per salvare il proprio figlioletto. Tutti comportamenti dai quali emana una profonda lezione di vita per chiunque, indipendentemente dal credo religioso.
Tutto ciò potrebbe urtare la sensibilità di qualcuno? O solo accrescere il livello di sensibilità e di umanità di chi l’ascolta?
Ecco il paradosso: ciò che è terrificante e orrido viene diffuso e incoraggiato, ciò che dà un messaggio di bontà e di umanità va invece evitato con mille giustificazioni. Ecco cosa stiamo insegnando ai nostri figli. Ecco cosa noi educatori stiamo lasciando come eredità culturale alle future gene-razioni. Credo sia giunto il tempo di svegliarci dal “sonno” nel quale siamo caduti e riscoprire la voglia di tornare a “combattere” perché vinca il bello, il buono, il vero. Gesù bambino quest’anno rinasce anche per questo!

Davide Mezzasalma


Oratorio...pronti, partenza, via!

Che cos’è l’Oratorio?
Questa potrebbe sembrare una domanda stupida, ma in realtà la risposta non è affatto univoca. Per qualcuno l’ora-torio è il luogo dove poter intrattenere i ragazzi con i più tradizionali giochi, “l’impor-tante è che non stiano per strada”; per qualcun altro è il luogo dove si fa catechesi e si celebra qualche liturgia, “perché oratorio significa luogo dove si prega”; per altri ancora “è qualcosa di più complesso”. In effetti l’oratorio non può ridursi né a sala giochi, né ad aula di catechismo, ma evidentemente è qualcosa di più. Che cosa? Sicuramente un ambiente educativo. Può sembrare un’espressione riduttiva, ma queste due parole esprimono l’essenza dell’oratorio.
L'oratorio è un ambiente educativo voluto e inventato da Don Bosco. Egli desiderava una casa che accogliesse, che evangelizzasse e che educasse alla vita nei suoi più vari aspetti: dalla cultura al teatro, dalla musica allo sport e al tempo libero. Spazi aperti, luoghi di ritrovo e di svago, chiesa, scuola, teatri, ma soprattutto...giovani, tanti giovani. Sono i giovani, infatti che animano l'oratorio e lo dimensionano secondo la loro allegria. Gli oratori di oggi si avvicinano molto all’idea di essere dei “laboratori” di proposte, che fanno bene alla vita di fede e alla crescita di un ragazzo. Attraverso la proposta di varie esperienze, l’oratorio diventa veramente quel “laboratorio” dove vengono messi insieme gli ingredienti per la crescita globale di un ragazzo. Una persona per crescere ha bisogno di spazi, di tempi e di esperienze; ha bisogno di persone coetanee con cui misurarsi, e adulti da cui prendere spunto; ha bisogno di mettersi alla prova, di accorgersi delle sue potenzialità.
È per questo che anche quest’anno nella nostra parrocchia riparte l’ap-puntamento settimanale con l’oratorio: un gruppo di giovani animatori e animatrici è pronto per iniziare questa bellissima esperienza, aspettiamo solo voi, ragazzi dai 5 ai 10 anni. Per informazioni e iscrizioni potete contattare il numero 327 5743726.

Vi aspettiamo numerosi…

Conclusione Anno della Fede

Fratelli ed amici carissimi,
il prossimo 24 novembre, solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo, si concluderà l’Anno della fede voluto da papa Benedetto. 

Invito tutte le comunità della diocesi a partecipare alla concelebrazione che si terrà
Sabato 23 novembre, alle ore 20.00, in Cattedrale
per rendere grazie a Dio del dono della fede e per professarla ancora una volta insieme.
Il Signore ci benedica e ci aiuti a testimoniare ogni giorno la forza e la bellezza della fede 

Ragusa, 12 novembre 2013
+ Paolo, vescovo