Sebastiano, nacque a Milano, dove fu educato nella fede cristiana, ma si trasferì a Roma per intraprendere la carriera militare divenendo un tribuno molto stimato dall’imperatore Diocleziano, che non sospettavano fosse cristiano. Grazie alla sua funzione, egli poteva aiutare i cristiani incarcerati e convertire militari e nobili. La leggenda racconta che un giorno furono arrestati due giovani cristiani; nel carcere i due fratelli stavano per cedere alla paura e proclamare il loro culto agli dei, quando intervenne Sebastiano riuscendo a convincerli a perseverare nella fede; mentre egli parlava ai giovani, i presenti lo videro circondato di luce e tra loro c’era anche una donna muta da tempo, la quale si inginocchiò davanti al santo che le restituì la voce. Egli fu arrestato e condannato ad essere trafitto dalle frecce, legato ad un palo in una zona del colle Palatino. Creduto morto dai soldati fu lasciato lì in pasto agli animali selvatici. Ma la nobile Irene andò a recuperarne il corpo per dargli sepoltura, ella però si accorse che Sebastiano era vivo, lo curò e guarì miracolosamente. Sebastiano decise allora di proclamare la sua fede davanti all’imperatore Diocleziano, il quale appena lo vide ordinò che questa volta fosse flagellato a morte. Morì il 20 gennaio 288.
Processione dell'Epifania
Domenica 6 gennaio ore 10.00
La processione si snoderà per le seguenti vie: Pizzetta Sacro Cuore, via Keplero, via Algieri, via Caravaggio, via Macchiavelli, via Randaccio, via Mameli, via Filzi, via Pisanelli, via N. Sauro, via Toti, rientro in chiesa e S. Messa.
L'amicizia in sei parole
L’amicizia è uno dei sentimenti più belli che possiamo sperimentare nella nostra vita.
Essa nasce quando inizio a vedere che quella persona ha delle caratteristiche simili alle mie, ha degli interessi in comune con me, mi piace, è simpatica, insomma mi incuriosisce e decido di approfondire la sua conoscenza. Così pian piano iniziamo a frequentarci e poi non ci stacchiamo più. Vorremo fare tutto con loro, stare insieme 24 h su 24. Diventiamo migliori amici. Si crea una sintonia particolare, un intesa profonda, che a volte può durare per tutta la vita. L’amico diventa più importante dei miei genitori, perché con lui posso fare quello che con i miei non oserei fare, a lui posso confidare tutto, da lui non mi sento giudicato o criticato.
Un amicizia per definirsi veramente tale deve possedere alcune caratteristiche, che possiamo riassumere in sei “parole-chiave”:
1) Condivisione. L’amicizia si fonda, come abbiamo già detto, sulla condivisione di interessi comuni (sport, passioni, hobby). Per coltivare un’amicizia devo trascorrere del tempo con l’amico, devo condividere con lui i miei sentimenti, i miei stati d’animo, i miei sogni, tutto!
2) Autenticità. Con l’amico posso e devo essere me stesso, con lui non è necessario mettere delle maschere. Per questo è importante essere sinceri e spontanei, esprimendo all’altro tanto i sentimenti positivi quanto quelli negativi. Il momento più nobile e autentico di un'amicizia si raggiunge infatti quando davanti all'amico posso mostrare le mie ferite e i miei limiti senza timore di essere giudicato. Fino ad allora non c'è vera amicizia, ma solo il bisogno di riconoscimento, cioè di qualcuno che mi dica "tu sei bravo". E un’amicizia così è destinata, prima o poi, a naufragare.
3) Libertà. Una delle principali caratteristiche della vera amicizia è quella di riconoscere e rispettare l'individualità dell'amico. Chi vive l'amicizia nella libertà percepisce infatti l'amico come una persona con una identità totalmente distinta dalla propria, che rispetta e incoraggia. Quindi lo vorrò bene e lo rispetterò anche quando non la pensa come me, anche quando farà qualcosa che a me non piace. L’amico lo scelgo liberamente, nessuno me lo impone, ed è nella libertà che dobbiamo vivere il nostro rapporto.
4) Fedeltà. L’amicizia esige fedeltà. Sarò fedele al mio amico sempre, se mi confida un segreto non ne parlerò con atri, lo difenderò quando avrà bisogno, starò al suo fianco nei momenti difficili, sarò fedele agli impegni presi con lui anche quando ciò può comportare dei sacrifici. La fedeltà è un bene prezioso come dice il Siracide: “Un amico fedele è rifugio sicuro: chi lo trova, trova un tesoro” (Sir 6,14).
5) Pazienza. Non è facile costruire legami di amicizia: ci vuole del tempo e tanta pazienza. Oggi tutti abbiamo fretta, qualcuno poi si illude di comprare le amicizie come al supermarket si comprano dei giocattoli, ma non è così. L’amicizia è come una piantina che va innaffiata: se la nutri cresce, matura e porta frutti, se non lo fai, per quanto bella essa sia, sarà destinata a finire presto. Coltivo l’amicizia quando faccio una telefonata, organizzo un’uscita insieme, mi prendo cura dell’amico, aspetto i suoi tempi, lo accolgo così com’è, sono pronto a ricominciare sempre. Non posso sempre aspettare che l’altro faccia il primo passo, l’amicizia è un rapporto a due e pertanto richiede un lavoro da parte di entrambi. Spesso mi viene chiesto di fare dei sacrifici, delle rinunce per l’amico: sono queste cose che rafforzano e rendono vera la nostra amicizia.
6) Gratuità (dono di sé). L’amicizia più vera è quella che implica il dono di sé, che non cerca il proprio tornaconto, ma che desidera solo il bene dell’amico. L’amicizia mi permette di uscire dall’egoismo per prendermi cura dell’altro, donargli del tempo, delle risorse, ascoltarlo quando ne ha bisogno, ecc. Un amicizia che si basa solo su uno scambio reciproco di favori non può definirsi amicizia. L’amicizia è gratuità: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8).
Queste sono le sei “parole-chiave” dell’amicizia. Pensando alle nostre relazioni di amicizia, ciascuno può riflettere su quanto viva ognuno di questi aspetti e in quali dover ancora migliorare. E se ci accorgiamo che siamo molto lontani dalla vera amicizia, non scoraggiamoci, perché abbiamo un modello di amico molto più grande di noi, da cui poter imparare cos’è la vera amicizia: Gesù di Nazaret, il quale ci ha detto (con le parole e coi fatti): “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici!”(Gv 15,13)
Davide Mezzasalma
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