Settimana Santa 2015


29 marzo, Domenica delle palme:
ore 8.30   19.00    SS. Messe
ore 10.00  Benedizione delle palme in Piazza Maiorana e S. Messa

2 aprile, Giovedì Santo:
ore 10.00 S. Messa del Crisma a Ragusa in Cattedrale.
ore 19.00 S. Messa in “Coena Domini”
Dopo la messa inizierà l’adorazione eucaristica animata dai vari gruppi fino alle ore 24.00

3 aprile, Venerdì Santo:
ore 12.30, veglia di preghiera e digiuno per i giovani a Sant'Antonio.
ore 18.00, Celebrazione della Passione del Signore.

4 aprile, Sabato Santo:
ore 23.00, inizio della solenne Veglia Pasquale.

5 aprile, Pasqua di Resurrezione
ore 8.30    10.30    18.00    S. Messa
Dopo la S. Messa delle 18.00 accoglieremo i simulacri di Gesù Risorto e di M. SS. Annunziata per la tradizionale “Paci”.


Beato Giacomo Cusmano

Giacomo Cusmano nasce a Palermo il 15 marzo 1834. Rimasto orfano di madre a soli tre anni, viene educato dalla sorella maggiore. Fin da bambino dimostra grande sensibilità di fronte alle sofferenze altrui.

Terminati gli studi superiori, si iscrive alla facoltà di medicina e chirurgia, laureandosi a 21 anni. Diventa subito il "medico dei poveri" per la sua generosità. Ma, ben presto, la voce di Dio diventa sempre più imperiosa e spinge il giovane medico a consacrarsi totalmente a Lui e ai poveri; infatti diventa sacerdote nel 1860.

Dopo qualche anno fonda l'Associazione del Boccone del Povero, composta da sacerdoti e laici di ambo i sessi e dopo il beneplacito pontificio, la istituisce canonicamente nel 1868.
Apre ospedali, case per anziani poveri ed abbandonati e per orfani. Lo chiamavano il "Padre dei Poveri". Muore il 14 marzo 1888 a Palermo compianto da tutti. Viene beatificato da Papa Giovanni Paolo II nel 1983. L'Opera da lui fondata è diffusa, oltre che in Italia, in Romania, in America, in Africa, Asia.




Da atleta per il mondo ad atleta di Cristo


Mi presento: mi chiamo Suor Laura e sono una Suora del Sacro Cuore della Beata Maria Schininà di Ragusa nella cui città attualmente risiedo e nella quale svolgo il mio servizio apostolico.  Fino all’età di 20 anni la mia vita scorre serenamente. Famiglia numerosa la mia, sono una ragazza molto impegnata: scuola, amici, scautismo.. ma di Chiesa e quant’altro solo a Natale e Pasqua. Dei sacramenti dell’iniziazione cristiana ne avevo solo un ricordo. E tuttavia Dio non era così lontano dai miei pensieri soprattutto quando mio nonno paterno mi raccontava  alcuni episodi della vita di S. Lucia, patrona della mia città natia, Siracusa, rimanendone affascinata. La fede granitica in Gesù Signore di quella giovane ragazza come me che neanche per un attimo vacilla davanti a tanta tortura mi disarma e non nego che nei momenti di difficoltà mi rivolgo a lei ancora oggi.  Tra i tanti impegni coltivo la  passione per  l’atletica leggera, in modo particolare  mi dedico alla corsa. Scopro di avere capacità che mi permettono di farmi notare e di conquistare sempre più spesso il gradino più alto del podio. Così mi butto a capofitto in questa realtà anche se mi impegna tantissimo sia perché trascorro tante ore per allenare il mio fisico, sia perché sottraggo tempo agli amici e alle serate del sabato o della domenica poiché spesso sono fuori città a disputare delle competizioni. Ma questo non mi pesa. Lo sport mi lanciava verso il successo e la notorietà ma non era più solo un ‘occasione di crescita e confronto perché  senza accorgermene stava diventando sempre più padrone della mia vita! Io una ragazza mite, generosa ma non abbastanza “sveglia” per farmi notare, sentivo, come i giovani di oggi, di non lasciarmi sfuggire quella opportunità. 

Dentro di me qualcosa si muoveva e mi cambiava. Mutava il mio stare con gli altri e soprattutto il rapporto con i miei. Non ero più la stessa. La gioia aveva cambiato colore e la mitezza aveva il volto  dell’ ambizione. A tutto questo si aggiunge la paura di perdere una persona cara, importante: mio padre. La sua malattia improvvisa mi getta nello sconforto, nella confusione: non c’è molto da dire ma solo da pregare. Ed è in questa preghiera così accorata che inizia il mio travaglio interiore perché mai prima di quel momento mi ero messa in discussione sul senso della vita e della morte, sul perché siamo al mondo e verso dove stiamo andando. Io avevo una sola direzione: vincere! Eppure sentivo per la prima vota che dovevo iniziare a guardare a Qualcun altro a cui appartiene il sorgere e il tramontare del sole, nel cui disegno d’amore tutto trova riposo. Nel frattempo sono invitata da alcune giovani conosciute in ospedale a partecipare ad un campo esercizi dove avrei trascorso circa una settimana nell’ascolto della Parola di Dio, nella gioia della fraternità, nella condivisione del proprio cammino di fede. Mi sono detta: mi farà bene allontanarmi un po’. Sembrava tutto tranquillo quando sul finire dei giorni il Signore, finalmente, bussa anzi … allarga le sue braccia ancora una volta per dirmi il Suo Amore non amato! L'incontro col Crocifisso  che non ha risparmiato nulla di sé per me, mi mette ko! Quella volta non ho avuto fiato in gola per dare lo strappo finale … che presunzione la mia! Dio, indifeso sulla Croce, sitibondo di anime, mi chiedeva una risposta. DIO TI AMA ALLA FOLLIA E TI VUOLE SALVARE, dalle tue paure, dalle angosce e da tutte le frustrazioni. Cosa dirvi, più volevo dimenticare e più il pensiero ritornava a quell’esperienza sconvolgente. Quell’amore personale vero ha cominciato ad esistere e prendere sempre più il sopravvento nelle mie scelte, giorno dopo giorno. Ma non volevo dargliela vinta. La S. Messa quotidiana, ritornando a casa, era come la goccia d’acqua che cadendo costantemente sullo stesso punto fora la roccia e così è stato! Tre anni di lotte e quella Voce che tentavo in ogni modo di soffocare con l’impegno in parrocchia, con le opere di carità, la preghiera personale si faceva sempre più pressante. Capivo che non mi bastava dare un pò di tempo a Cristo e alle sue membra dovevo decidere a chi affidare la mia vita!
Il primo amore non si scorda mai così finalmente dico “si” a Gesù e comincio il mio percorso di consacrazione. Ho lasciato tutto è sono partita per Roma: avevo 24 anni. Non conoscevo nulla della vita religiosa, volevo solo appartenere al Suo Cuore, mite ed umile, misericordioso e compassionevole. Le parole dell’apostolo Paolo risuonavano forti in me:  «Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo.  Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo» (Fil 3,7-8). La fede cresce donandola e per me equivale a dire grazie a quanti lungo il mio cammino si sono fatti compagni di viaggio, in tutta semplicità e gioia, testimoniandomi che vale la pena “appartenere” a Cristo. A chi mi domanda se non ho avuto ripensamenti in questi anni di donazione dico che la fedeltà è un dono di Dio da chiedere con forza ogni giorno perché il mondo con le sue seduzioni vuole convincerti che stai dalla parte sbagliata, che è solo illusione e perdita di tempo. Ma la gioia che ti invade quando tocchi con mano la tua miseria e la potenza di Dio, la consolazione che avverti nello  stare con chi è solo e abbandonato perché lì Gesù è presente non può essere frutto di buona volontà ma presenza di un Amore che ti precede sempre. Quest’anno dedicato dal nostro Santo Padre a tutti i consacrati è senza dubbio un ulteriore occasione per rinnovare l’adesione al Vangelo, c’è un motivo per cui “Rallegrarsi”: Cristo Via, Verità e Vita. A te che sei arrivato fino in fondo a questa mia condivisione chiedo sostegno nella preghiera ma anche di non far cadere nel cassetto delle “belle parole” l’invito di Cristo: Vieni e Seguimi!

Suor Laura Di Noto

Chiamati a svegliare il mondo!


Il 30 novembre 2014 papa Francesco ha indetto l’anno della vita consacrata che si concluderà il 2 febbraio 2016. Abbiamo dunque un congruo periodo  per poter approfondire le riflessioni suggerite  dal papa nella sua lettera apostolica mirante a mettere in evidenza la bellezza di una vita donata a Dio seguendo l’esempio di Gesù povero, umile e casto.
Tre sono, infatti, gli obiettivi formulati dal papa:
1) Guardare il passato con gratitudine, ogni consacrato/a è invitato, a prescindere dallo specifico del proprio ordine, a fare memoria dell’azione di Dio che sta all’origine di una scelta di vita radicale che testimoni ,nella società odierna, la molteplicità dei carismi che lo Spirito santo ha suscitato e suscita nella Chiesa per il bene di ogni battezzato. “Narrare la propria storia, dice il papa, è rendere lode a Dio e ringraziarlo di tutti i suoi doni”

2) Vivere il presente con passione il consacrato non può vivere la sua chiamata rifugiandosi  nel culto di uno splendido passato (carisma del fondatore) e ignorare i segni dei tempi; piuttosto è invitato a rendere sempre più consapevolmente attiva la propria scelta. Come consacrata dell’ordo virginum mi chiedo: Come mi lascio interpellare dal vangelo ogni giorno? La parola di Gesù costituisce davvero la bussola del mio operare negli ambiti che intersecano la mia vita (famiglia, lavoro, comunità)? Gesù significa per me amore accolto e  gratuitamente donato? 
3) Abbracciare il futuro con speranza mentre la situazione storica sembra sommersa da segnali preoccupanti di violenza, intolleranza a tutti i livelli, individualismo sfrenato, globalizzazione dell’indifferenza, il consacrato è chiamato a riscoprire, evangelicamente, la sua funzione di essere sale della terra e luce del mondo perché le nuove generazioni sappiano  che il Signore  invita tutti a non avere paura perché lui è con noi fino alla fine dei tempi (Ger 1,8 e Mt 28,20). Anzi, proprio nei momenti bui della storia lo Spirito ha suscitato modelli di santità che hanno confermato che nulla è impossibile a Dio (Lc 1,37) per cui la speranza che siamo chiamati a diffondere non si fonda sui numeri, sulle folle, sulle opere, ma su Colui che esercita la sua misericordia e la sua compassione sulle pecore sperdute  di un gregge che viene sempre custodito dal Pastore bello e buono (Salmo 23).
Con questa certezza dunque viviamo con gioia e fervore l’anno della vita consacrata; che questa, nelle sue varie tipologie, possa diventare occasione di revisione  e di attrazione per tutti coloro che. innamorati di Cristo, vogliono annunciarlo e testimoniarlo nella verità e nella libertà dei figli di Dio. Mi unisco pertanto all’augurio formulato da papa Francesco nella sua lettera “che la bellezza e la santità della vita consacrata possano risplendere nella Chiesa intera per svegliare il mondo”.

Salvina Barone