Oggi il mistero del natale si amplia ulteriormente nella festa dell’Epifania, cioè della manifestazione del Signore, in cui festeggiamo un altro aspetto della venuta di Dio in questo mondo: la manifestazione di Dio incarnato.
Dio è divenuto visibile in un bimbo delicato, che possiamo comprendere, toccare, sentire. San Pietro Crisologo così descrive il mistero di questa festa: “Oggi i magi, che lo ricercavano splendente fra le stelle, lo trovano che vagisce nella culla. Oggi i magi, vedono chiaramente avvolto in panni, colui che tanto lungamente si accontentarono di contemplare in modo oscuro negli astri. Oggi i magi considerano con grande stupore ciò che vedono nel presepio: il cielo calato sulla terra, la terra elevata fino al cielo, l’uomo in Dio, Dio nell’uomo, e colui che l’universo intero non può contenere, racchiuso in un minuscolo corpo”.
I magi si prostrano dinanzi a quel bambino fatto carne poichè hanno gli occhi e il cuore limpidi: riescono a scorgere il divino celato in quela fragile creatura.
Se da un lato abbiamo i magi, dall'altro c'è anche il re Erode, che rimane prigioniero del suo orgoglio. Perché un bimbo fa così tanta paura ad Erode? Forse perchè un bambino vive con spontaneità, non si fa comandare e dominare. Erode, invece, deve avere tutto sotto controllo per reprimere la paura che lo domina, la paura di non poter disporre da ultimo di se stesso e del mondo, bensì di dipendere da qualcuno più grande di lui. Erode deve sminuire gli altri per poter credere nella propria grandezza.
Oggi i magi ed Erode ci mostrano due modi differenti di come possiamo reagire dinanzi alla manifestazione del Signore. Domandiamoci: siamo come i magi o assomigliamo ad Erode?
Dio è divenuto visibile in un bimbo delicato, che possiamo comprendere, toccare, sentire. San Pietro Crisologo così descrive il mistero di questa festa: “Oggi i magi, che lo ricercavano splendente fra le stelle, lo trovano che vagisce nella culla. Oggi i magi, vedono chiaramente avvolto in panni, colui che tanto lungamente si accontentarono di contemplare in modo oscuro negli astri. Oggi i magi considerano con grande stupore ciò che vedono nel presepio: il cielo calato sulla terra, la terra elevata fino al cielo, l’uomo in Dio, Dio nell’uomo, e colui che l’universo intero non può contenere, racchiuso in un minuscolo corpo”.
I magi si prostrano dinanzi a quel bambino fatto carne poichè hanno gli occhi e il cuore limpidi: riescono a scorgere il divino celato in quela fragile creatura.
Se da un lato abbiamo i magi, dall'altro c'è anche il re Erode, che rimane prigioniero del suo orgoglio. Perché un bimbo fa così tanta paura ad Erode? Forse perchè un bambino vive con spontaneità, non si fa comandare e dominare. Erode, invece, deve avere tutto sotto controllo per reprimere la paura che lo domina, la paura di non poter disporre da ultimo di se stesso e del mondo, bensì di dipendere da qualcuno più grande di lui. Erode deve sminuire gli altri per poter credere nella propria grandezza.
Oggi i magi ed Erode ci mostrano due modi differenti di come possiamo reagire dinanzi alla manifestazione del Signore. Domandiamoci: siamo come i magi o assomigliamo ad Erode?
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