Osservare quello che avviene attorno a me in questi giorni mi ha portato a fare una riflessione che voglio condividere con voi, poiché mi pare sia esemplificativa di quanto la nostra società abbia smarrito non solo le sue radici cristiane, ma anche e soprattutto una buona dose di ragionevolezza e di buon senso.
Mi riferisco a due tendenze culturali che stanno diffondendosi in questi ultimi anni: la diffusione sempre più dilagante di quel rituale di origine celtica che si chiama “Halloween” e la tendenza a estromettere dai nostri luoghi i simboli sacri del Natale, prima fra tutte il divieto di fare recite a tema sacro nelle scuole.
Da qualche anno, anche in Italia, sta spopolando infatti questa “moda” di Halloween, che ha sostituito, per non dire sop-piantato, la festa cristiana di Tutti i Santi.
I bambini, fin da piccolissimi, vengono invogliati a travestirsi da streghe, fantasmi, diavoli, vampiri e quant’altro di macabro possa esistere, si organizzano apposite feste nelle scuole e nei luoghi pubblici che coinvolgono sempre più ragazzi e adulti.
Celata dietro l’apparente innocenza di questi travestimenti, c’è a mio parere oltre che uno smarrimento della nostra identità culturale e religiosa, anche un profondo vuoto di senso che caratterizza la nostra società e con il quale abbiamo ormai imparato a convivere, senza la minima voglia di reagire. Così mostri e streghe popolano le notti dei nostri bambini con incubi e paure.
Dall’altro lato bisogna osservare come festeggiamo il Natale. Nelle scuole da diversi anni si sente dire che non è opportuno che i ragazzi facciano scenette che rievocano la storia di Gesù perché queste, si dice, potrebbero urtare la sensibilità di chi professa un’altra religione. Niente di più sciocco!
Una bella storia, ricca di valori umani, come quella della famiglia di Nazareth non può essere considerata offensiva! Volendola guardare anche solo dal punto di vista umano, non si può fare altro che restare affascinati da questa storia d’amore: una giovane ragazza che, rimasta incinta, decide di tenere il bambino e portare avanti la sua gravidanza pur in mezzo a tante difficoltà, la sensibilità e l’amore di Giuseppe, la nascita del bambino nell’umiltà di una mangiatoia, la generosità dei pastori e dei magi, le peripezie della piccola famiglia costretta a fuggire in Egitto per salvare il proprio figlioletto. Tutti comportamenti dai quali emana una profonda lezione di vita per chiunque, indipendentemente dal credo religioso.
Tutto ciò potrebbe urtare la sensibilità di qualcuno? O solo accrescere il livello di sensibilità e di umanità di chi l’ascolta?
Ecco il paradosso: ciò che è terrificante e orrido viene diffuso e incoraggiato, ciò che dà un messaggio di bontà e di umanità va invece evitato con mille giustificazioni. Ecco cosa stiamo insegnando ai nostri figli. Ecco cosa noi educatori stiamo lasciando come eredità culturale alle future gene-razioni. Credo sia giunto il tempo di svegliarci dal “sonno” nel quale siamo caduti e riscoprire la voglia di tornare a “combattere” perché vinca il bello, il buono, il vero. Gesù bambino quest’anno rinasce anche per questo!
Davide Mezzasalma
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