Giancarlo Faletti, responsabile per 50 anni, a livello mondiale, del Movimento dei Focolari, ha salutato i presenti all’incontro comunitario di mercoledì 14 gennaio in chiesa con le parole di S.Paolo: “A causa del Vangelo siamo qui stasera…”
Ci ha quindi rivolto quella domanda che per molto tempo risuonò nel suo cuore: “Cosa vuoi fare della tua vita?”, perché proprio a causa di questa chiamata, Faletti decise di fidarsi di Dio e dire il suo sì. Aveva conosciuto persone appartenenti ai Focolari, un Movimento laico nato nella Chiesa cattolica durante la Seconda Guerra Mondiale, ed era rimasto ”affascinato” dal loro modo di vivere il Vangelo. Lasciò quindi per Gesù la sicura carriera di bancario ed accolse la spiritualità del messaggio di Chiara Lubich, la fondatrice.
Nel 1943 a Trento, sotto un cielo oscurato dai bombardamenti, Chiara Lubich, correndo al rifugio con il libro del Vangelo tra le mani, come faceva sempre, rifletteva: “Ogni cosa materiale può crollare, ma non Dio, perché Dio è amore…”
Ispirandosi all’ultima preghiera di Gesù (Gv. 17,21): “Come tu, Padre, sei in me ed io in te, siano anch’essi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato”, Chiara Lubich pose al centro di tutto l’unità e il dialogo tra le persone, le generazioni e le culture, al fine di promuovere la comunione, la pace, la giustizia, tra persone di ogni fede.
Giancarlo Faletti, insieme ad un esponente dell’economia imprenditoriale di Ragusa, ha successivamente illustrato le caratteristiche e il motivo ispiratore di una particolare forma di economia solidale, chiamata: “Economia di Comunione”, un’idea rivoluzionaria che rovescia il concetto di profitto di impresa e realizza la fraternità universale a motivo del Vangelo. Durante un viaggio in Brasile, nel 1991, Chiara Lubich fu molto turbata dall’ingiustizia sociale, come un’altra corona di spine posta sul capo di Gesù, a causa della vasta estensione delle baraccopoli che circondano i modernissimi grattacieli della metropoli di San Paolo. Questa realtà fece nascere in lei il progetto di promuovere la comunione dei beni materiali e spirituali, così che anche il produrre e il lavorare siano espressione della legge evangelica dell’amore. Il fondamento della nuova economia è basato sulla cultura del dare, opposta a quella dell’avere, e nel mettere i talenti di ciascuno a servizio del bene di tutti. Sulla base della comunione e della fraternità, nelle imprese che seguono la nuova impostazione del profitto, i beni messi in comune producano beni da distribuire e suddividere in tre parti uguali: per i poveri, come promozione ed aiuto ai bisognosi; per la formazione; per lo sviluppo dell’azienda.
Nel momento drammatico della grave crisi di produzione e di mercato che ci minaccia sempre di più, diventa seme di fiducia e coraggio accogliere la proposta di Chiara Lubich.
Nel mondo già 800 aziende hanno attuato l’economia di comunione, mettendo in comune anche le difficoltà, perché dentro la legge del mercato interviene la Provvidenza.
L’esperienza di un imprenditore di Ragusa, ha confermato che la scelta di fare per Dio, costituendo una rete di imprese, di credere al Vangelo come lievito di vita nella storia umana, di puntare sui rapporti umani e non sul denaro, è una scelta che genera entusiasmo e speranza.
Anche noi, nella nostra personale situazione umana, possiamo accogliere quella chiamata e dare la risposta alla domanda iniziale.
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