Domenico Savio nacque nel 1842 a San Giovanni, presso Chieri. Fu il secondo di ben dieci fratelli. Ricevette la sua prima comunione all’età di sette anni e fu proprio da quel momento che tracciò il suo progetto di vita che sintetizzò in quattro propositi : “Mi confesserò molto spesso e farò la comunione tutte le volte che il confessore me ne darà il permesso. Voglio santificare i giorni festivi. I miei amici saranno Gesù e Maria. La morte, ma non peccati”. Ben presto Domenico incontrò Don Bosco; il santo educatore rimase sbalordito da questo ragazzo. Dopo aver chiacchierato un po’ con il santo, Domenico affermò: “Io sono la stoffa, lei ne sia il sarto: faccia un bell’abito per il Signore!”. Nel giro di venti giorni entrò a far parte dell’oratorio di Don Bosco; si mise dunque a seguire la strada per la santità mostratagli dal santo: allegria, impegno nella preghiera e nello studio, far del bene agli altri, devozione a Maria. Domenico imparò presto a dimenticare se stesso, i suoi capricci e a diventare sempre più attento alle necessità del prossimo. Ma nell’estate del 1856 scoppiò il colera, malattia a quel tempo incurabile. Ammalatosi anch’egli, dovette far ritorno a casa, dove mori fra le braccia dei genitori il 9 marzo 1857, consolando la madre con queste parole: “Mamma, non piangere, io vado in Paradiso”. Pio XI lo definì “piccolo, anzi, grande gigante nello spirito”. Santificato nel 1954 Domenico divenne il più giovane santo cattolico non martire.
San Domenico Savio
Domenico Savio nacque nel 1842 a San Giovanni, presso Chieri. Fu il secondo di ben dieci fratelli. Ricevette la sua prima comunione all’età di sette anni e fu proprio da quel momento che tracciò il suo progetto di vita che sintetizzò in quattro propositi : “Mi confesserò molto spesso e farò la comunione tutte le volte che il confessore me ne darà il permesso. Voglio santificare i giorni festivi. I miei amici saranno Gesù e Maria. La morte, ma non peccati”. Ben presto Domenico incontrò Don Bosco; il santo educatore rimase sbalordito da questo ragazzo. Dopo aver chiacchierato un po’ con il santo, Domenico affermò: “Io sono la stoffa, lei ne sia il sarto: faccia un bell’abito per il Signore!”. Nel giro di venti giorni entrò a far parte dell’oratorio di Don Bosco; si mise dunque a seguire la strada per la santità mostratagli dal santo: allegria, impegno nella preghiera e nello studio, far del bene agli altri, devozione a Maria. Domenico imparò presto a dimenticare se stesso, i suoi capricci e a diventare sempre più attento alle necessità del prossimo. Ma nell’estate del 1856 scoppiò il colera, malattia a quel tempo incurabile. Ammalatosi anch’egli, dovette far ritorno a casa, dove mori fra le braccia dei genitori il 9 marzo 1857, consolando la madre con queste parole: “Mamma, non piangere, io vado in Paradiso”. Pio XI lo definì “piccolo, anzi, grande gigante nello spirito”. Santificato nel 1954 Domenico divenne il più giovane santo cattolico non martire.
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