Siamo soli...



L’altro giorno mi è capitato di sentire alla radio una canzone di Vasco Rossi di qualche anno fa che si intitola “Siamo soli”. Ho pensato subito che queste due parole potrebbero essere usate per descrivere molto bene la condizione dei giovani adolescenti di oggi: “Siamo soli”.
La solitudine è un sentimento che tutti abbiamo provato e proviamo: un amico che ci tradisce, i nostri genitori che non riescono a capirci, la comitiva in cui non ci sentiamo accettati, la difficoltà di trovare qualcuno che ci sappia ascoltare, la paura di perdere le persone a noi care…
Anche nelle nostre città, sempre più anonime e indifferenti, ci sentiamo sempre più soli, ci capita di vagare tra la gente ma con il freddo nel cuore e perfino in famiglia, a volte, non riusciamo a percepire quel calore e  quell’affetto che vorremmo.
Magari tornando a casa, dopo una serata tra amici ti sarà capitato di avvertire dentro di te un  profondo senso di solitudine che saliva dal tuo cuore e inondava tutto il tuo essere. Possiamo trovarci in un grande gruppo di amici, fare tanta baldoria, ma sentirci tremendamente soli. Ti è mai capitato? Come possiamo intuire la solitudine non dipende dal numero delle persone che ho attorno, ma è un sentimento personale ed indipendente dal luogo in cui mi trovo.
Si dice che la solitudine sia oggi il male del secolo. Mai come oggi, infatti, gli uomini si sono sentiti soli. Eppure è una cosa alquanto strana perché, allo stesso tempo, gli esseri umani, oggi più di ieri, sono uniti da legami: basti pensare alla rete mondiale di internet, che in una frazione di secondo mette in contatto persone che si trovano distanti migliaia di kilometri. Ma mentre la tecnica ci permette di comunicare in tempo reale con le persone anche a grandi distanze, nel mondo di oggi la solitudine cresce a dismisura.
Ed ecco che allora spesso preferiamo sfuggire all’incontro con l’altro. Quando incontriamo qualcuno parliamo di tutto tranne che delle cose che veramente ci stanno a cuore.
Accade che, molto spesso, dinanzi al nostro vuoto adottiamo la strategia della “fuga”, cercando di distrarci attraverso il divertimento senza regole, la presa in giro degli altri, la musica assordante di una discoteche, o annegando ore ed ore davanti allo schermo di un computer.
Come ben sai facebook è il fenomeno dell’anno. Tutti ce l’hanno. É vero che può essere un modo per mantenere amicizie lontane, ma potrebbe anche diventare la mia “fuga”: nell’incapacità di stabilire vere relazioni faccia a faccia con gli altri, potrei rifugiarmi nel mio mondo virtuale. Così mi illudo    di avere tanti amici, ma poi, quando spengo il PC ritorno a sentirmi sempre più solo. Corriamo il rischio di perdere la capacità di guardare negli occhi un amico, di dimenticare il calore di un abbraccio, le risate in compagnia, ecc... Tutte emozioni che una fredda scatola elettronica non potrà mai regalarci.
Ecco l’assurdo al quale siamo giunti: nell’era della comunicazione, si è persa la capacità di comunicare veramente!
Emergono in noi allora sentimenti di chiusura, di sfiducia verso gli altri e verso noi stessi, di apatia e indifferenza verso ciò che c’è di bello nella vita, di tristezza profonda.
Da come puoi facilmente intuire, quando ci sentiamo soli stiamo male. E sai perché? Perché non siamo stati creati per stare da soli. Non siamo stati fatti per essere delle isole.
L’uomo è per definizione un essere relazionale, cioè è uno che ha bisogno di stabilire delle relazioni con gli altri. ABBIAMO UN ESTREMO BISOGNO DI COMUNICARE. Di comunicarci gli uni gli altri i nostri sentimenti, le nostre paure, le gioie e i dolori. Tutto.
Molte delle nostre paure nascono proprio dalla nostra incapacità a comunicare. Quando non hai nessuno con cui confrontarti, nessuno a cui chiedere un consiglio o un parere e ti senti solo, nascono mille insicurezze e disagi.
Impara a comunicare le tue emozioni, i tuoi problemi. Non avere timore a chiedere aiuto a chi ti sta accanto.
Hai un amico con cui confidarti? Conosci una persona più matura di te in grado di sostenerti e guidarti nel cammino della vita (una persona fidata, un sacerdote, ecc.)? Riesci a stabilire un dialogo con i tuoi genitori?
Se apri gli occhi e volgi lo sguardo attorno a te, vedrai sicuramente qualcuno in grado di riempire la tua solitudine. E se non dovessi riuscirci, allora prova tu a tendere la mano a chi ti è vicino e ha bisogno di te. L’amore che darai ti ritornerà centuplicato!
Buon cammino…
 Davide Mezzasalma

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