Si racconta che Valentino, vescovo di Terni, venne invitato a Roma da un certo Cratone, perché gli guarisse il figlio infermo da alcuni anni. Guarito il giovane, lo convertì al cristianesimo insieme alla famiglia. Successivamente venne imprigionato sotto l’imperatore Aureliano e fu decapitato a Roma il 14 febbraio 273.
La festa del martire Valentino si riallaccia agli antichi festeggiamenti, legati alla purificazione dei campi e ai riti di fecondità, che si tenevano il 15 febbraio in onore di alcuni dei romani. La Chiesa cristianizzò quei riti pagani della fecondità anticipandoli al giorno 14 di febbraio e attribuendo al martire di Terni la capacità di proteggere gli innamorati indirizzati al matrimonio e ad un’unione allietata dai figli. Da questa vicenda sorsero alcune leggende. La più interessante è quella che vede il santo martire amante delle rose che regalava alle coppie di fidanzati per augurare loro un’unione felice. L’invito e la forza dell’amore che è racchiuso nel messaggio di S. Valentino deve essere considerato anche da altre angolazioni, oltre che dall’ormai esclusivo significato del rapporto tra uomo e donna. L’Amore è Dio stesso e caratterizza l’uomo, immagine di Dio. Nell’Amore risiede la solidarietà e la pace, l’unità della famiglia e dell’intera umanità.
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