Dopo le lunghe festività natalizie si ritorna alla vita di tutti i giorni, forse con una punta di nostalgia per i giorni trascorsi e di noia per i giorni che ci aspettano. Riprende il tram tram quotidiano: lavoro, scuola, famiglia, amici, lotte quotidiane, sacrifici, speranze… Anche la chiesa, che ci è maestra e compagna, abbandona i fasti liturgici delle festività natalizie per dare spazio a quello che è definito “tempo ordinario”. É il tempo in cui la chiesa accompagna i fedeli lungo la ferialità della propria esistenza. Un tempo “ordinario” sì, ma non per questo banale e privo di senso. Tutt’altro.
Benedetto XVI lo ha spiegato chiaramente in una sua omelia del 15 gennaio 2006 con queste parole:
“Con la scorsa Domenica, nella quale abbiamo celebrato il Battesimo del Signore, è iniziato il tempo ordinario dell’anno liturgico. La bellezza di questo tempo sta nel fatto che ci invita a vivere la nostra vita ordinaria come un itinerario di santità, e cioè di fede e di amicizia con Gesù, continuamente scoperto e riscoperto quale Maestro e Signore, Via, Verità e Vita dell’uomo”.
Quello che ci apprestiamo a vivere è dunque, “tempo della santità”, tempo in cui camminare dietro al Maestro, non con passo lento e incerto, ma spedito e con animo fiducioso verso Colui che ci guida. Altro che tempo della monotonia! Inizia un tempo in cui possiamo allenarci nella palestra della santità giornaliera. Quella santità fatti non di grandi eroismi, ma di piccole scelte quotidiane vissute nella gioia e nella perseveranza. In fondo, come affermava don Luigi Monza, uno dei preti santi del primo Novecento, “la santità non consiste nel fare cose straordinarie ma nel fare straordinariamente bene le cose ordinarie”.
Armati della grazia divina ricevuta in queste feste, mettiamoci dunque in viaggio, nella quotidianità della nostra vita, fissando lo sguardo sulla meta che ci attende: l’eternità. Solo allora potremo contemplare la nostra vita e vedere quanto di straordinario abbiamo compiuto!
Benedetto XVI lo ha spiegato chiaramente in una sua omelia del 15 gennaio 2006 con queste parole:
“Con la scorsa Domenica, nella quale abbiamo celebrato il Battesimo del Signore, è iniziato il tempo ordinario dell’anno liturgico. La bellezza di questo tempo sta nel fatto che ci invita a vivere la nostra vita ordinaria come un itinerario di santità, e cioè di fede e di amicizia con Gesù, continuamente scoperto e riscoperto quale Maestro e Signore, Via, Verità e Vita dell’uomo”.
Quello che ci apprestiamo a vivere è dunque, “tempo della santità”, tempo in cui camminare dietro al Maestro, non con passo lento e incerto, ma spedito e con animo fiducioso verso Colui che ci guida. Altro che tempo della monotonia! Inizia un tempo in cui possiamo allenarci nella palestra della santità giornaliera. Quella santità fatti non di grandi eroismi, ma di piccole scelte quotidiane vissute nella gioia e nella perseveranza. In fondo, come affermava don Luigi Monza, uno dei preti santi del primo Novecento, “la santità non consiste nel fare cose straordinarie ma nel fare straordinariamente bene le cose ordinarie”.
Armati della grazia divina ricevuta in queste feste, mettiamoci dunque in viaggio, nella quotidianità della nostra vita, fissando lo sguardo sulla meta che ci attende: l’eternità. Solo allora potremo contemplare la nostra vita e vedere quanto di straordinario abbiamo compiuto!
Nessun commento:
Posta un commento