L’11 ottobre è iniziato l’anno della fede. Quest’anno vogliamo “lasciarci
interpellare ancora e per tante volte da Gesù nello stesso modo e con le stesse
parole: «Voi, chi dite che io sia?». Dovremmo anche noi rispondere come i
discepoli: «Tu sei il Cristo!». Insomma, da quella domanda iniziale di
Gesù e dalla decisa risposta di Simone, sarà necessario lasciarsi guidare per
un anno. Sembra poco, ma non lo è.
Quella domanda, infatti, ne veicola altre che dobbiamo porre con sincerità
a noi stessi: credo in Cristo? Credo nella sua esistenza storica e nella sua
resurrezione? Credo che egli sia venuto da Dio per essere Dio insieme a noi?
Credo che la sua parola è Parola di Dio che porta con sé la risposta alle
domande sul senso della vita? Credo che nulla di più bello poteva capitarmi che
divenire cristiano?
E ancora: credendo questo, la mia vita è più sicura? È più
equilibrata? È più consapevole del suo senso? Vive meglio il dolore?
È una vita che spera? È una speranza che si vede? È una speranza che contagia?
Se il mio corpo, come di fatto avviene, può invecchiare o perdere un po’ di
salute, è forse accaduto qualcosa di simile alla mia fede? È ancora capace di costruire
un organismo nel quale siano vive difese immunitarie? È ancora così energica da
rimandare al mittente tutte le lettere esplosive che mi arrivano dai
non pochi nemici della fede stessa, uno dei quali è sicuramente la
pigrizia?
Il Santo Padre, Benedetto XVI, nella Lettera apostolica con la quale indice
l’anno della fede, “Porta fidei”, scrive: «Desideriamo che questo
Anno susciti in ogni credente l’aspirazione a confessare la fede in pienezza e
con rinnovata convinzione, con fiducia e speranza. Sarà un’occasione propizia
anche per intensificare la celebrazione della fede nella liturgia, e in
particolare nell’eucarestia, che è “il culmine verso cui tende l’azione della
Chiesa e insieme la fonte da cui promana tutta la sua energia”. Nel contempo
auspichiamo che la testimonianza di vita dei credenti cresca nella sua
credibilità. Riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e
pregata, e riflette sullo stesso atto con cui si crede, è un impegno che
ogni credente deve fare proprio, soprattutto in questo anno» (n. 9)
(tratto da "L’anno della fede”,
Pontificio Consiglio per
la Promozione della Nuova Evangelizzazione)
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