Nato nel 317 da genitori pagani in Ungheria, Martino trascorre l’infanzia a Pavia. Lì matura la sua sensibilità religiosa; contro il parere dei genitori, a dodici anni chiede di essere ammesso al catecumenato, ma dovranno passare sei anni prima che possa ricevere il battesimo. A quindici anni è costretto ad arruolarsi nell’esercito, dove ben presto si distingue per le sue virtù. Il celebre episodio del mantello tagliato a metà e condiviso con un mendicante e la successiva visione di Cristo apparsogli avvolto proprio in quel pezzo di mantello da lui donato al povero, sono per Martino il segnale della sua chiamata a passare da soldato dell’imperatore a soldato di Cristo. Infatti nel 356 egli lascerà l’esercito e seguirà la scuola di Ilario, vescovo di Poitiers. Rientra nel suo paese e converte la madre al cristianesimo, ma trova l’astio degli ariani che presto lo cacciano. Si rifugia poi vicino Milano per fare un’esperienza di vita ascetica, ma anche da qui è costretto a scappare e più tardi fonderà un monastero non lontano da Tours: città di cui era stato eletto vescovo nel 371. Spesso ostacolato, Martino persegue con saggezza i suoi propositi, col solo scopo di assicurare il bene della Chiesa che gli era stata affidata e si distingue sempre per l’esempio di una vita di preghiera, penitenza e ascesi, spogliata di ogni incrostazione di potere e privilegio, come si conviene a chi cerca Dio.
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