Portale chiesa del Carmine |
L’annesso
convento era ubicato al limite estremo dell’abitato, precisamente, arrivando a
Comiso da Vittoria, alla sinistra della “Porta di San Biagio”, denominata così
perché sulla sommità vi era collocata la statua del Santo Patrono che oggi è
presente a fianco della porta laterale sinistra dell’omonima chiesa.
Nel 1816 il
maestro Rosario Mulè, per sete di denaro, assassinava frate Rosario La Terra,
di origini chiaramontane, ultimo inquilino dei tre di quel convento; motivo per
cui tale edificio, dopo anni di incuria e di abbandono, veniva utilizzato in
occasione delle feste cittadine per ospitare le bande musicali che venivano da
fuori città.
Negli anni
l’edificio divenne pericolante al punto tale che l’Ingegnere Capo del Comune di
Comiso Terranova, nel 1926, intimò a Mons. Rimmaudo Francesco, parroco della
Chiesa Madre di Comiso, di provvedere ad una ristrutturazione.
Il prelato, in
seguito alla chiusura al culto della Chiesa del Carmine disposta con Real
Decreto del 29 aprile 1926, presenta istanza all’Ecc.mo Procuratore generale
del Re presso la Corte di Catania, per la vendita all’asta pubblica di detta
chiesa.
Il medesimo,
visto il parere favorevole del Regio Economo Generale dei Benefici Vacanti di
Palermo, autorizza la alienazione all’asta pubblica di detta Chiesa del
Carmine, alla condizione che la somma ricavata venisse destinata alla
costruzione di un’altra chiesa in altra località del territorio della
parrocchia.
Infatti, avendo
ricevuto l’autorizzazione a procedere, il parroco della Chiesa Madre diede
mandato al notaio Spada Luigi di Comiso affinché venisse bandita all’asta la
Chiesa del Carmine.
In seguito ad
avvisi d’asta affissi e pubblicati a norma di legge, l’11 maggio 1927 veniva
redatto il verbale d’asta definitivo e di detta chiesa si rendeva
aggiudicatario il sig. Vittorioso Vincenzo per una somma di Lire 35.500.
Va precisato, a
questo punto del discorso che, per stabilire la durata complessiva dell’asta,
il notaio, la mattina fissata, accendeva la prima candela, prima che si
spegnesse, accendeva la seconda e così via fino alla consumazione della quinta
candela; pertanto, l’ultima offerta, che era la più alta, si aggiudicava
l’asta.
Il 16 maggio
1927 il sig. Vittorioso, con un atto di sottomissione, versa la somma che viene
depositata lo stesso giorno dal notaio Spata presso la filiale di Comiso della
Banca Agricola Popolare di Ragusa, nel libretto conto corrente n° 805 intestato
a “Parroco pro tempore Mons. Rimmaudo Francesco fu Giuseppe” con l’obbligo,
come già detto, di destinare la somma all’acquisto di un terreno per la
costruzione di una nuova chiesa.
Sia il verbale
d’asta definitivo dell’11 maggio 1927, sia l’atto di sottomissione del 16
maggio 1927 vengono approvati dal Regio Economato Generale dei Benefici Vacanti
della Sicilia con lettera del 19 luglio 1927.
Il Decreto di
S.E. il Procuratore generale del Re presso la corte d’appello di Catania del 3
aprile 1928 autorizzava il Rev. Mons. Rimmaudo Francesco ad acquistare un
appezzamento di terra allo scopo di cui sopra.
Il 30 agosto
1931 presso il notaio Spata Luigi venne rogato l’atto d’acquisto a favore della
Chiesa Madre, di tre strisce di terra formanti un unico spezzone, adiacenti
all’istituto delle suore del Sacro Cuore di Gesù nel quartiere Saliceto, per la
erigenda chiesa di cui proprietari rispettivamente erano: della prima striscia
Rosano Giuseppa, della seconda Schininà Angelina, Criscione Celestina, Raniolo
Santa, Blandini Giovanna e Giarrusso Giovanna; della terza Pelligra Gioacchino.
Nessun commento:
Posta un commento