San Giovanni Bosco


Giovanni Bosco nasce a Castelnuovo d’Asti nel 1815. A nove anni un sogno, in cui vede dei giovani trasformarsi da animali feroci ad agnelli, gli rivelò la sua futura missione: l’educazione dei giovani. La grande opera salesiana ebbe inizi modesti: nel 1841, dopo l’incontro col giovane Bartolomeo Garelli, Don Bosco iniziò a radunare ragazzi e giovani presso il Convitto di S. Francesco per il catechismo. A causa dell’ immigrazione dalle campagne piemontesi, il mondo giovanile era in preda a gravi problematiche: analfa betismo, degrado morale e mancata assistenza.
Strada facendo egli capì che l’oratorio poteva dare un’adeguata risposta a tale critica situazione: intitolò il suo primo oratorio a San Francesco di Sales. Egli concepì l’oratorio come luogo di aggregazione, di ricreazione, di evangelizzazione e di catechesi. Se la salvezza dell’anima era l’obiettivo finale, la formazione di “buoni cristiani ed onesti cittadini” era invece quella immediata, come lui soleva dire. L’amorevolezza costituì il supremo principio adottato da Don Bosco: non bastava amare i giovani, ma occorreva che essi percepissero di essere amati.
Frutto importante della sua pedagogia fu il “metodo preventivo”, l’invito alla vera felicità insito nel detto “State allegri, ma non fate peccati”. Pur essendo molto attivo, egli non avrebbe potuto realizzare da solo questa grande opera ma fu aiutato da molti sacerdoti e laici.
Per garantire continuità e stabilità a ciò che aveva iniziato, egli fondò a Torino la Società dei “Salesiani”. Don Bosco morì a Torino nel 1888. Nel centenario della morte Giovanni Paolo II lo dichiarò “Padre e Maestro della gioventù”.

Il bambino con il pigiama a righe


Un film questo che ci aiuta a non dimenticare il segno che l'olocausto ha lasciato all'umanità.
Ci fa capire che tutti hanno dei sogni da piccoli e che inizialmente siamo tutti uguali, ma a causa dei pregiudizi verso le religioni, il colore della pelle e le altre nazionalità, gli uomini sono spinti a disprezzare gli altri, i diversi e come in questo caso, arrivano persino ad uccidere. Il male che noi infliggiamo agli altri in qualche modo si ripercuote anche sulle persone a noi care.
I bambini che hanno voglia di giocare, che non capiscono i grandi, che non sanno cosa sta accadendo attorno a loro perchè vivono di favole che proprio i grandi desiderano annientare e basta, con il loro egoismo e con il loro egocentrismo.

Beati voi!



In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». (Mt 5,1-12)

Un pomeriggio in compagnia


Il 22 gennaio c’è stata una festicciola nel saloncino parrocchiale per i ragazzi dal primo al terzo anno di catechismo. Arrivati lì abbiamo fatto molta animazione e anche molta amicizia, ci è servito a socializzare e stare tutti insieme allegramente. Noi ci siamo divisi in quattro squadre e abbiamo fatto molti giochi divertenti.
Ad ogni squadra è stato dato un colore diverso per formare vari gruppi, uno dei momenti più divertenti è stato quando ci siamo messi ognuno nel proprio gruppo a fare condivisione e conoscenza.
É stato un pomeriggio indimenticabile, grazie anche alle nostre catechiste e ai ragazzi del gruppo oratoriale che ci hanno accompagnato in questa divertente avventura.

Aurora D‘Angelo

15 visite alla madonna di Lourdes

Anche quest'anno, dal 28 al 11 febbraio nella nostra parrocchia celebreremo le 15 visite della madonna di Lourdes alla piccola Bernadette.

Il programma delle giornate comincia alle 17.15 e prevede:

- il S. Rosario,
- la lettura della visita,
- la S. Messa
- la processione e benedizione eucaristica.


Vi aspettiamo numerosi per onorare insieme la Madre Santissima.

Festa oratorio


Potete visionare il video anche dal nostro canale youtube all'indirizzo http://www.youtube.com/user/sacrocuorecomiso

Messaggio di Medjugorje del 25 gennaio 2011

Cari figli! Anche oggi sono con voi e vi guardo, vi benedico e non perdo la speranza che questo mondo cambierà in bene e che la pace regnerà nei cuori degli uomini. La gioia regnerà nel mondo perché vi siete aperti alla mia chiamata e all’amore di Dio. Lo Spirito Santo cambia la moltitudine di coloro che hanno detto si. Perciò desidero dirvi: grazie per aver risposto alla mia chiamata.

2° Assemblea parrocchiale


Mercoledì alle 20.30 ci sarà la seconda Assemblea parrocchiale.
E' un momento di incontro e di confronto tra le varie realtà parrocchiali.
Verificheremo insieme il cammino percorso nell'anno partorale 2007/08, che aveva per tema "Educhiamoci alla relazione con Dio e con i fratelli".
Tutti i gruppi cellule, C.E.B, Azione Cattolica, Giovani e Giovanissimi sono invitati a partecipare, pertanto non ci sarà la riunione settimanale del gruppo.
Vi aspettiamo numerosi!

San Francesco di Sales


Francesco nacque nel 1567 in Savoia da una nobile famiglia. Ricevette una accurata educazione, coronata dalla laurea in giurisprudenza; sin da giovane emersero i suoi interessi teologici, culminati nella vocazione sacerdotale, che deluse il padre e nel 1593 ricevette l’ordinazione presbiterale.
Si diede alla pubblicazione di fogli volanti, che faceva scivolare sotto gli usci delle case o affiggeva ai muri, meritandosi per questa attività il titolo di patrono dei giornalisti e di quanti diffondono la verità cristiana; ma quei foglietti ebbero scarsa efficacia. Fondò con santa Giovanna de Chantal l’ordine della Visitazione. Spinto dal desiderio di salvaguardare l’ortodossia cristiana, mentre imperversava la Riforma calvinista, Francesco chiese al vescovo di Ginevra di destinarlo a quella città, simbolo supremo del calvinismo, per la missione di predicatore cattolico. Il suo pensiero era rivolto inoltre alla condizione dei laici, preoccupato di sviluppare un modello di vita cristiana alla portata delle persone comuni. I suoi sforzi ed i grandi successi ottenuti gli meritarono la nomina a vescovo. La città rimase comunque in mano ai riformati ed il novello vescovo dovette trasferirsi nella città di Annecy. Morì a Lione. Fu proclamato Dottore della Chiesa e successivamente patrono dei giornalisti.

III Domenica del tempo ordinario



Avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali,perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti;il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata.
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori.
E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò.
Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono.
Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. (Mt 4,12-23)

CORSO BASE di evangelizzazione


Come risvegliare un giovane alla sua vera identità di battezzato e di evangelizzatore soprattutto dei propri coetanei?


Carissimi,
la Pastorale Giovanile della Diocesi di Ragusa, in questo anno pastorale, inizierà un nuovo fronte dedicato al primo annuncio, in collaborazione con il Progetto “Sentinelle del Mattino”.
E' un progetto rivolto ai giovani per risvegliarli alla loro chiamata di evangelizzatori.
In questa nuova visione, la prima tappa che vivremo sarà il Corso Base di Evangelizzazione, un weekend residenziale in data 28-29-30 Gennaio c.a. presso casa S. Luca, rivolto a tutti quei giovani, animatori, catechisti, formatori che sentono il desiderio di ricevere un’input, per dare una svolta al proprio cammino di fede, approfondendo il senso del loro battesimo.

Il Corso Base è un percorso attivo/partecipativo che aiuta a cambiare mentalità assumendo un nuovo sguardo attento all’evangelizzazione; insieme capiremo come farlo e impareremo come mettere in atto tutto ciò.
La chiesa, attraverso Paolo IV, nella Evangelii Nuntiandi, diceva che "il mandato di evangelizzare tutti gli uomini costituisce la missione essenziale della Chiesa" e ne capiremo il senso e le ragioni!

Per saperne di più collegati al sito www.sentinelledelmattino.org

SOLI...ma non soli!

Se avete un'età compresa tra gli 8 e i 10 anni e tanta voglia di divertirvi, non mancate alla festa del 22 gennaio organizzata dai ragazzi dell'oratorio.
Vi aspettiamo numerosi nel saloncino parrocchiale dalle 15.30 alle 18.00!
Per ulteriori informazioni e iscrizioni, rivolgetevi alle catechiste.
La quota di iscrizione è di 1 euro.


"Ecco l'agnello di Dio"



In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». (Gv 1,29-34)


Questa domenica ci viene riproposto il brano del battesimo del Signore, ma questa volta lo osserviamo da un altro punto di vista: quello di Giovanni.
E' lui a raccontarci l'accaduto. Giovanni è, per così dire, un "testimone". Il testimone, infatti, è uno che non si limita a raccontare quello che vede, ma lo racconta attraverso il suo vissuto intimo e personale.
Egli ha visto accadere cose straordinarie (si aprirono i cieli ed una colomba scese su Gesù). Tuttavia il vero motivo del suo stupore è legato all'esperienza personale che ha fatto con Lui, a quell'intima illuminazione dello Spirito Santo che gli ha spalancato gli occhi del cuore.
Egli stesso afferma: "Io non lo conoscevo", pur essendo suo cugino. E' solamente al Giordano che i suoi occhi si aprono e "riconoscono" Gesù nella sua vera natura.
Solo occhi purificati, attraverso l'ascolto costante della Parola, come quelli di Giovanni, riescono a vedere e riconoscere in quell'uomo che passa "l'Agnello di Dio".
Dopo aver "visto" e "riconosciuto", Giovanni "testimonia".
La sua bocca non può tacere ciò che i suoi occhi hanno visto. Allo stesso modo, ogni cristiano è testimone, in virtù del battesimo ricevuto, delle meraviglie di Dio. Quante grazie abbiamo visto accadere nella nostra vita!..e quanto poco siamo testimoni!
Quello con Dio è un incontro che ci deve cambiare profondamente, stimolarci a nuove scelte di vita e spingerci a trasmettere agli altri la gioia incontenibile del nostro cuore.
Lasciamoci dunque trasformare dalla sua Parola, come ha fatto Giovanni, per poter riconoscere Dio nella nostra quotidianità e testimoniarlo al mondo intero.

Si riparte!...il tempo ordinario.


Dopo le lunghe festività natalizie si ritorna alla vita di tutti i giorni, forse con una punta di nostalgia per i giorni trascorsi e di noia per i giorni che ci aspettano. Riprende il tram tram quotidiano: lavoro, scuola, famiglia, amici, lotte quotidiane, sacrifici, speranze… Anche la chiesa, che ci è maestra e compagna, abbandona i fasti liturgici delle festività natalizie per dare spazio a quello che è definito “tempo ordinario”. É il tempo in cui la chiesa accompagna i fedeli lungo la ferialità della propria esistenza. Un tempo “ordinario” sì, ma non per questo banale e privo di senso. Tutt’altro.
Benedetto XVI lo ha spiegato chiaramente in una sua omelia del 15 gennaio 2006 con queste parole:
“Con la scorsa Domenica, nella quale abbiamo celebrato il Battesimo del Signore, è iniziato il tempo ordinario dell’anno liturgico. La bellezza di questo tempo sta nel fatto che ci invita a vivere la nostra vita ordinaria come un itinerario di santità, e cioè di fede e di amicizia con Gesù, continuamente scoperto e riscoperto quale Maestro e Signore, Via, Verità e Vita dell’uomo”.
Quello che ci apprestiamo a vivere è dunque, “tempo della santità”, tempo in cui camminare dietro al Maestro, non con passo lento e incerto, ma spedito e con animo fiducioso verso Colui che ci guida. Altro che tempo della monotonia! Inizia un tempo in cui possiamo allenarci nella palestra della santità giornaliera. Quella santità fatti non di grandi eroismi, ma di piccole scelte quotidiane vissute nella gioia e nella perseveranza. In fondo, come affermava don Luigi Monza, uno dei preti santi del primo Novecento, “la santità non consiste nel fare cose straordinarie ma nel fare straordinariamente bene le cose ordinarie”.
Armati della grazia divina ricevuta in queste feste, mettiamoci dunque in viaggio, nella quotidianità della nostra vita, fissando lo sguardo sulla meta che ci attende: l’eternità. Solo allora potremo contemplare la nostra vita e vedere quanto di straordinario abbiamo compiuto!


Corso per animatori di oratorio


Il 25 gennaio presso i locali della parrocchia S. Antonio alle ore 19.00 inizierà un corso di formazione per animatori di ORATORIO, tenuto da don Salvatore Mercorillo, fondatore dell'oratorio "Spazio" di Ragusa. Ecco il calendario annuale del corso:

25 gennaio
22 febbraio
29 marzo
26 aprile
24 maggio

Corso Animatori Grest


Quest'estate ritorna il GREST. Se vuoi prendere parte a questa magnifica esperienza come animatore, il 28 gennaio inizierà il corso di formazione, che si terrà nei locali della parrocchia M. SS. delle Grazie due volte al mese.
Queste le date degli incontri:
28 gennaio ore 19.30
11 e 25 febbraio ore 19.30
11 e 25 marzo ore 19.30
8 e 29 aprile ore 20.00
13 e 27 maggio ore 20.00

Per info e iscrizioni puoi rivolgerti al responsabile del tuo gruppo o direttamente a P. Enzo.

Arriva il Corso Alpha!


Dal 19 gennaio, ogni mercoledì sera, vieni a cenare con noi...

Per info ed iscrizioni rivolgersi allo 0932.962047


Battesimo del Signore


In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento» (Mt 3,13-17)


Ringraziamo il Signore per il dono del battesimo, e accogliamo con gioia il Suo Amore, l'unico che può dare senso alla nostra vita!

Buona domenica.

Vi ricordate di noi?


Vi ricordate di noi? Sono passati già 6 anni da quando P. Amato ci accompagnò in Italia per una formazione (Progetto Congo: Diocesi Bukavu-Ragusa).
In occasione della visita di Gisela, quest’ anno ci siamo riuniti insieme a P.Amato e P.Jeanmarie nella casa dei Saveriani a Bukavu, parlando di vecchi tempi…
Vi ringraziamo ancora della vostra accoglienza e auguriamo a tutti i nostri amici un SANTO NATALE e un FELICE ANNO NUOVO!

"Siamo venuti per adorarlo"




Oggi si festeggia l'epifania di Gesù, cioè la manifestazione al mondo di Gesù...Egli si manifesta ai re magi, venuti da terre lontane per adorarlo...
Vi proponiamo alcuni stralci del messaggio di Giovanni Paolo II in preparazione alla GMG di Colonia del 2005:


“Ed ecco la stella … li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo in cui si trovava il bambino” (Mt 2,9). I Magi arrivarono a Betlemme perché si lasciarono docilmente guidare dalla stella. Anzi, “al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia” (Mt 2,10). E’ importante, carissimi, imparare a scrutare i segni con i quali Dio ci chiama e ci guida. Quando si è consapevoli di essere da Lui condotti, il cuore sperimenta una gioia autentica e profonda, che si accompagna ad un vivo desiderio di incontrarlo e ad uno sforzo perseverante per seguirlo docilmente.
“Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre” (Mt 2,11). Niente di straordinario a prima vista. Eppure quel Bambino è diverso dagli altri: è l’unigenito Figlio di Dio che si è spogliato della sua gloria (cfr Fil 2,7) ed è venuto sulla terra per morire in Croce. E’ sceso tra noi e si è fatto povero per rivelarci la gloria divina, che contempleremo pienamente in Cielo, nostra patria beata.
Chi avrebbe potuto inventare un segno d’amore più grande? Restiamo estasiati dinanzi al mistero di un Dio che si abbassa per assumere la nostra condizione umana sino ad immolarsi per noi sulla croce (cfr Fil 2,6-8). Nella sua povertà, è venuto ad offrire la salvezza ai peccatori Colui che - come ci ricorda san Paolo - “da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2 Cor 8,9). Come rendere grazie a Dio per tanta accondiscendente bontà?

“Aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra” (Mt 2,11). I doni che i Magi offrono al Messia simboleggiano la vera adorazione. Mediante l’oro essi ne sottolineano la regale divinità; con l’incenso lo confessano come sacerdote della nuova Alleanza; offrendogli la mirra celebrano il profeta che verserà il proprio sangue per riconciliare l’umanità con il Padre.
Cari giovani, offrite anche voi al Signore l’oro della vostra esistenza, ossia la libertà di seguirlo per amore rispondendo fedelmente alla sua chiamata; fate salire verso di Lui l’incenso della vostra preghiera ardente, a lode della sua gloria; offritegli la mirra, l’affetto cioè pieno di gratitudine per Lui, vero Uomo, che ci ha amato fino a morire come un malfattore sul Golgotha.
Siate adoratori dell’unico vero Dio, riconoscendogli il primo posto nella vostra esistenza! L’idolatria è tentazione costante dell’uomo. Purtroppo c’è gente che cerca la soluzione dei problemi in pratiche religiose incompatibili con la fede cristiana. E’ forte la spinta a credere ai facili miti del successo e del potere; è pericoloso aderire a concezioni evanescenti del sacro che presentano Dio sotto forma di energia cosmica, o in altre maniere non consone con la dottrina cattolica.
Giovani, non cedete a mendaci illusioni e mode effimere che lasciano non di rado un tragico vuoto spirituale! Rifiutate le seduzioni del denaro, del consumismo e della subdola violenza che esercitano talora i mass-media.
L’adorazione del vero Dio costituisce un autentico atto di resistenza contro ogni forma di idolatria. Adorate Cristo: Egli è la Roccia su cui costruire il vostro futuro e un mondo più giusto e solidale. Gesù è il Principe della pace, la fonte di perdono e di riconciliazione, che può rendere fratelli tutti i membri della famiglia umana.
“Per un’altra strada fecero ritorno al loro paese” (Mt 2,12). Il Vangelo precisa che, dopo aver incontrato Cristo, i Magi tornarono al loro paese “per un’altra strada”. Tale cambiamento di rotta può simboleggiare la conversione a cui coloro che incontrano Gesù sono chiamati per diventare i veri adoratori che Egli desidera (cfr Gv 4,23-24). Ciò comporta l’imitazione del suo modo di agire facendo di se stessi, come scrive l’apostolo Paolo, un “sacrificio vivente, santo e gradito a Dio”. L’Apostolo aggiunge poi di non conformarsi alla mentalità di questo secolo, ma di trasformarsi rinnovando la mente, “per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto” (cfr Rm 12,1-2).
Ascoltare Cristo e adorarlo porta a fare scelte coraggiose, a prendere decisioni a volte eroiche. Gesù è esigente perché vuole la nostra autentica felicità. Chiama alcuni a lasciare tutto per seguirlo nella vita sacerdotale o consacrata. Chi avverte quest’invito non abbia paura di rispondergli “sì” e si metta generosamente alla sua sequela. Ma, al di là delle vocazioni di speciale consacrazione, vi è la vocazione propria di ogni battezzato: anch’essa è vocazione a quella “misura alta” della vita cristiana ordinaria che s’esprime nella santità (cfr Novo millennio ineunte, 31). Quando si incontra Cristo e si accoglie il suo Vangelo, la vita cambia e si è spinti a comunicare agli altri la propria esperienza.


Che ne dite...sono davvero illuminanti queste parole!
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Chi sono i Magi?



Quella dei Magi è una storia lunga e meravigliosa. Melchiorre, Gaspare e Baldassarre, sono i re delle lontane Indie che rappresentano nel presepe l'elemento fantastico e misterioso, la ricca e potente presenza di un lontano mondo pagano che si inchina di fronte al prodigio, al mistero che fonda la religione cristiana.

Il vangelo di Matteo (2, 1-12), l'unico che riporta la vicenda dei Re Magi, è abbastanza laconico al riguardo: parla soltanto di “alcuni magi, venuti dall' Oriente”, presupponendo forse una conoscenza dei personaggi poi perdutasi nei secoli successivi.

Il primo testo nel quale troviamo la storia dei Magi, è il Libro della Caverna dei Tesori (V secolo), nel quale si parla di Hormidz, Jazdegerd e Peroz. Costoro dalla Persia, due anni prima della nascita del Cristo, osservarono una stella che aveva al centro l'immagine di una Vergine con in braccio un bambino coronato. Compreso che si trattava di un nuovo re di Giudea, salirono sul monte Nud e presero dalla Caverna dei Tesori i doni da portare al ascituro, posti in quel luogo da Adamo ed Eva dopo la cacciata dal Paradiso. Raccolsero un grande esercito e si recarono in Giudea ad adorare il bambino, ritornando, infine, in patria per la via del deserto.

Questa e altre leggende di ambito prevalentemente iranico e turcomongolo, confluirono in Occidente in una tradizione raccolta e codificata nel XIV secolo, nell'opera del monaco carmelitano Giovanni di Hildesheim, la Historia trium Regum.

I Magi, re e sapienti, assumono i classici nomi di Melchior, Balthasar e Jaspar. Secondo la tradizione, ognuno recava doni della sua terra d'origine: Melchior, il più anziano, portava un pomo d'oro e trenta denari. La sfera, fatta costruire da Alessandro Magno con parte dell'oro proveniente da tutte le province del suo regno, una volta nelle mani del Bambino, si sgretolò divenendo polvere. I trenta denari coniati da Thore, padre di Abramo e lasciati in eredità ad Isacco, dopo essere passati in molte mani, giunsero alla Sacra Famiglia, che, nella fretta della fuga in Egitto, li perse nel deserto. Trovati da un Beduino, questi li offrì nuovamente a Gesù per essere stato da lui guarito. Ma Cristo ordinò che tutte le offerte fossero conservate al Gazofilacio, la sala dove si custodiva il tesoro del Tempio. Da lì furono poi presi e offerti a Giuda, perché tradisse il Signore. Gli altri doni sono noti: l'incenso portato da Balthasar e la mirra del nero Jaspar, anche se alcuni testi attribuiscono il colore della pelle fuscus al secondo re.
Al ritorno in patria i tre Re, primi convertiti della storia, si impegnarono nell'evangelizzazione dei loro sudditi, continuando con più foga dopo l'incontro con l'Apostolo Tommaso in India. Ma un giorno riapparve la cometa nel cielo della loro città, e capirono che la fine era prossima: morirono tutti ultracentenari e vollero ssere sepolti nello stesso luogo, per prolungare in eterno quell'amiciza nata alle porte di Gerusalemme e da allora sempre gelosamente custodita.

GIORNALINO DI GENNAIO

Anno nuovo, giornalino nuovo!
E' uscito il n°31 del nostro giornalino parrocchiale, iniziamo così il V anno di pubblicazione...


Buon anno, nel nome di Maria!



Meno tre, meno due, meno uno… Auguri! Tra tappi di champagne e musiche assordanti è iniziato un nuovo anno… in questi giorni ci si saluta e ci si scambia gli auguri, forse con l’amara rassegnazione nel cuore che tutto presto finirà e si ritornerà alla dura vita di tutti i giorni. Tanto sarà un anno come tutti gli altri! Allora a che serve farsi gli auguri?

La chiesa oggi, 1 gennaio, festeggia Maria Madre di Dio. É lei ad aprire il nuovo anno, come a voler affidare a lei i giorni che verranno. La chiesa ci invita a guardare a lei, come “faro” nel nostro cammino, a sollevare lo sguardo verso di lei per apprendere e fare nostre le sue virtù.
Maria è madre di Dio, la Theotòkos. Maria è nostra madre. È tua madre.
Un umile donna di Nazaret, vissuta nel nascondimento e nella povertà, che è divenuta la donna più importante dell’umanità, colei che con il suo “si” ha generato il figlio di Dio…
Che sia allora un anno in cui, come Maria, possiamo metterci in ascolto della volontà di Dio e lasciarci docilmente plasmare dal suo amore, accogliere ogni benedizione che il Signore vorrà concederci ed essere “generatori” di Gesù in questo mondo assetato di Lui, annunciandolo nelle nostre famiglie, nei posti di lavoro, nelle nostre comitive e ovunque Dio ci invia.
Adesso possiamo farci veramente gli auguri…

Ti auguro di avere orecchie attente per ascoltare il grido di chi soffre e cerca Dio,
mani larghe e generose per poter accogliere chi in te cerca rifugio,
degli occhi limpidi e trasparenti per guardare il mondo e saperti stupire di ogni cosa,
delle gambe agili e forti per camminare tanto e resistere nei momenti di stanchezza,
un cuore sempre caldo e palpitante d’amore verso chi ti sta accanto,

Dio dacci la tua benedizione e benedici il nostro cammino!
Buon 2011!