Vegliate! (I domenica di avvento)

State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso.
E' come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare. Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!». (Mc 13,33-37)



In questo brano Gesù per tre volte ci ripete: Vegliate!

I primi due "vegliate" vogliono dirmi: destati dal sonno, risvegliati! Vivi da risorto!
Vivere da risorti vuol dire guardare la realtà con gli occhi di Dio e vedere come il suo disegno di salvezza avanza all'interno degli avvenimenti umani, che senza questa visione mi susciterebbero solo paura e angoscia. Il Signore ci incoraggia: "Alzate il capo, perchè la vostra liberazione è vicina" (Lc 21,28). Per l'uomo che vive in un rapporto di fiducia con il suo Signore il tempo dell'attesa è un tempo di speranza, non ha paura dell'arrivo del padrone, ma lo attende fiducioso.

Il terzo "vegliate" invece è un verbo che indica azione e ci dice come vigilare.
Dobbiamo vegliare con una fede operosa, mettendo a servizio dei fratelli i carismi che il Signore ci ha donato. Dobbiamo vigilare non con le mani in mano, ma dandoci da fare, amando concretamente. E' necessario che io viva la mia fede nella carità, poichè la carità alimenta la fede e produce in noi la speranza.
Senza la carità il tempo che vivo è un tempo sprecato. Ciò che conta davvero nella vita sono i gesti di amore, perchè sono quelli che un giorno ci apriranno le porte del paradiso.
E' la carità da spessore di eternità ai nostri piccoli gesti quotidiani.
In questa prima settimana di avvento ci impegniamo a fare tutto per amore, nell'amore e con amore poiché la scena di questo mondo finirà, ma la carità rimarrà in eterno.

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