Chiamati a servire la famiglia


Tanta attenzione, in questi giorni trascorsi, ha suscitato l’Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia, tenutasi in Vaticano dal 5 al 19 ottobre scorso. Il termine Sinodo deriva dal greco ed unisce le due parole “insieme” e “cammino” e sta ad indicare un organismo formato da Vescovi, presbiteri, diaconi, religiosi e laici intorno al Papa,  che si interrogano e si confrontano su uno specifico argomento per dare alla  Chiesa tutta indicazioni per approfondire la tematica trattata in unità e comunione. Significativamente il Sinodo straordinario sulla famiglia è iniziato con una veglia di preghiera in Piazza San Pietro dal titolo “Accendi una luce in famiglia” alla quale un numeroso gruppo della nostra parrocchia ha partecipato con tanto entusiasmo e sacrificio ricavandone sicuramente tanto bene.  La presenza di tanti fedeli ha voluto esprimere vicinanza e sostegno al Sinodo chiamato a esprimersi su un tema così importante e delicato come la famiglia. Infatti, la questione in gioco è non solo il futuro della famiglia, ma dell’intera società umana, di cui la famiglia è la cellula portante. Il Sinodo è stato chiamato ad esprimersi in particolare sui problemi della vita matrimoniale, della vita familiare, dell’educazione ai figli e al ruolo della famiglia cristiana nella missione della Chiesa in una società che si trasforma velocemente e che pone quotidianamente nuove sfide. Il Sinodo ha registrato giornate di confronto e riflessioni, evidenziando talvolta diversità di vedute, posizioni che ognuno ha potuto manifestare con  massima libertà. Lo stesso Papa Francesco ha rivolto  l’invito ai sinodali a parlare liberamente e di tenere presente che la famiglia, qualunque siano le  situazioni o le sue crisi, deve essere accolta, ascoltata, accompagnata perché la Chiesa ha sempre le porte aperte a tutti gli uomini per quanto irregolari e difficili siano le loro vite, vicine o lontane da Dio. Sono stati registrati diversi interventi poiché la realtà della famiglia è diversa nelle varie parti del mondo. Diverse voci, diversi contesti, diverse situazioni e diverse circostanze. Tutte però con un denominatore comune: il desiderio di servire  e promuovere la famiglia  e soprattutto l’invito a “uscire”, come dice il Papa, per guarire specialmente quelli che soffrono situazioni di difficoltà.
Il Sinodo è venuto non certo per cambiare la dottrina, bensì la pastorale alla luce dei mutamenti sociali, compresa la crisi economica che grava non poco sulle famiglie. Per non parlare delle numerose crisi matrimoniali, affrontate spesso in modo sbrigativo e senza il coraggio della pazienza, della verifica, del perdono reciproco e anche del sacrificio. Nessuna conclusione dopo il lungo dibattito, ma un documento finale che aiuterà tutto il popolo di Dio, nei prossimi mesi, a prendere coscienza e consapevolezza della ricchezza di questi lavori, delle tracce, delle esperienze e una piattaforma di lavoro che porteranno a un nuovo Sinodo nell’autunno del 2015. Abbiamo fatto esperienza di una Chiesa viva, vigorosa, sorretta dallo Spirito Santo dove tutti parlano partendo dalla propria prospettiva, volendo dare il meglio al popolo cristiano nella comunione e nell’unità. Dunque un arrivederci che mi piace concludere con le parole di Papa Francesco “ Dio non teme le novità. Seminiamo per il futuro”. Affidiamo tutto a Maria, Madre nostra e custode della Famiglia di Nazareth.

Giovanni Occhipinti


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