Da atleta per il mondo ad atleta di Cristo


Mi presento: mi chiamo Suor Laura e sono una Suora del Sacro Cuore della Beata Maria Schininà di Ragusa nella cui città attualmente risiedo e nella quale svolgo il mio servizio apostolico.  Fino all’età di 20 anni la mia vita scorre serenamente. Famiglia numerosa la mia, sono una ragazza molto impegnata: scuola, amici, scautismo.. ma di Chiesa e quant’altro solo a Natale e Pasqua. Dei sacramenti dell’iniziazione cristiana ne avevo solo un ricordo. E tuttavia Dio non era così lontano dai miei pensieri soprattutto quando mio nonno paterno mi raccontava  alcuni episodi della vita di S. Lucia, patrona della mia città natia, Siracusa, rimanendone affascinata. La fede granitica in Gesù Signore di quella giovane ragazza come me che neanche per un attimo vacilla davanti a tanta tortura mi disarma e non nego che nei momenti di difficoltà mi rivolgo a lei ancora oggi.  Tra i tanti impegni coltivo la  passione per  l’atletica leggera, in modo particolare  mi dedico alla corsa. Scopro di avere capacità che mi permettono di farmi notare e di conquistare sempre più spesso il gradino più alto del podio. Così mi butto a capofitto in questa realtà anche se mi impegna tantissimo sia perché trascorro tante ore per allenare il mio fisico, sia perché sottraggo tempo agli amici e alle serate del sabato o della domenica poiché spesso sono fuori città a disputare delle competizioni. Ma questo non mi pesa. Lo sport mi lanciava verso il successo e la notorietà ma non era più solo un ‘occasione di crescita e confronto perché  senza accorgermene stava diventando sempre più padrone della mia vita! Io una ragazza mite, generosa ma non abbastanza “sveglia” per farmi notare, sentivo, come i giovani di oggi, di non lasciarmi sfuggire quella opportunità. 

Dentro di me qualcosa si muoveva e mi cambiava. Mutava il mio stare con gli altri e soprattutto il rapporto con i miei. Non ero più la stessa. La gioia aveva cambiato colore e la mitezza aveva il volto  dell’ ambizione. A tutto questo si aggiunge la paura di perdere una persona cara, importante: mio padre. La sua malattia improvvisa mi getta nello sconforto, nella confusione: non c’è molto da dire ma solo da pregare. Ed è in questa preghiera così accorata che inizia il mio travaglio interiore perché mai prima di quel momento mi ero messa in discussione sul senso della vita e della morte, sul perché siamo al mondo e verso dove stiamo andando. Io avevo una sola direzione: vincere! Eppure sentivo per la prima vota che dovevo iniziare a guardare a Qualcun altro a cui appartiene il sorgere e il tramontare del sole, nel cui disegno d’amore tutto trova riposo. Nel frattempo sono invitata da alcune giovani conosciute in ospedale a partecipare ad un campo esercizi dove avrei trascorso circa una settimana nell’ascolto della Parola di Dio, nella gioia della fraternità, nella condivisione del proprio cammino di fede. Mi sono detta: mi farà bene allontanarmi un po’. Sembrava tutto tranquillo quando sul finire dei giorni il Signore, finalmente, bussa anzi … allarga le sue braccia ancora una volta per dirmi il Suo Amore non amato! L'incontro col Crocifisso  che non ha risparmiato nulla di sé per me, mi mette ko! Quella volta non ho avuto fiato in gola per dare lo strappo finale … che presunzione la mia! Dio, indifeso sulla Croce, sitibondo di anime, mi chiedeva una risposta. DIO TI AMA ALLA FOLLIA E TI VUOLE SALVARE, dalle tue paure, dalle angosce e da tutte le frustrazioni. Cosa dirvi, più volevo dimenticare e più il pensiero ritornava a quell’esperienza sconvolgente. Quell’amore personale vero ha cominciato ad esistere e prendere sempre più il sopravvento nelle mie scelte, giorno dopo giorno. Ma non volevo dargliela vinta. La S. Messa quotidiana, ritornando a casa, era come la goccia d’acqua che cadendo costantemente sullo stesso punto fora la roccia e così è stato! Tre anni di lotte e quella Voce che tentavo in ogni modo di soffocare con l’impegno in parrocchia, con le opere di carità, la preghiera personale si faceva sempre più pressante. Capivo che non mi bastava dare un pò di tempo a Cristo e alle sue membra dovevo decidere a chi affidare la mia vita!
Il primo amore non si scorda mai così finalmente dico “si” a Gesù e comincio il mio percorso di consacrazione. Ho lasciato tutto è sono partita per Roma: avevo 24 anni. Non conoscevo nulla della vita religiosa, volevo solo appartenere al Suo Cuore, mite ed umile, misericordioso e compassionevole. Le parole dell’apostolo Paolo risuonavano forti in me:  «Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo.  Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo» (Fil 3,7-8). La fede cresce donandola e per me equivale a dire grazie a quanti lungo il mio cammino si sono fatti compagni di viaggio, in tutta semplicità e gioia, testimoniandomi che vale la pena “appartenere” a Cristo. A chi mi domanda se non ho avuto ripensamenti in questi anni di donazione dico che la fedeltà è un dono di Dio da chiedere con forza ogni giorno perché il mondo con le sue seduzioni vuole convincerti che stai dalla parte sbagliata, che è solo illusione e perdita di tempo. Ma la gioia che ti invade quando tocchi con mano la tua miseria e la potenza di Dio, la consolazione che avverti nello  stare con chi è solo e abbandonato perché lì Gesù è presente non può essere frutto di buona volontà ma presenza di un Amore che ti precede sempre. Quest’anno dedicato dal nostro Santo Padre a tutti i consacrati è senza dubbio un ulteriore occasione per rinnovare l’adesione al Vangelo, c’è un motivo per cui “Rallegrarsi”: Cristo Via, Verità e Vita. A te che sei arrivato fino in fondo a questa mia condivisione chiedo sostegno nella preghiera ma anche di non far cadere nel cassetto delle “belle parole” l’invito di Cristo: Vieni e Seguimi!

Suor Laura Di Noto

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