Santa Francesca Romana

Francesca Bussa nacque a Roma nel 1384 in una famiglia ricca. Il padre aveva combinato per lei un matrimonio con un nobile quando aveva solo dodici anni. Francesca si sposò e andò ad abitare nel palazzo del marito, ma l’inserimento nella nuova famiglia non fu facile e soffriva per aver dovuto rinunciare alla sua vocazione religiosa; cominciò a non mangiare e in breve tempo divenne molto fragile. Ma in sogno le apparve sant’Alessio che le diceva: “Tu devi vivere… Il Signore vuole che tu viva per glorificare il suo nome”. Al risveglio Francesca si recò alla chiesa dedicata al santo per ringraziarlo e da allora la sua vita cambiò, accettando la sua condizione di sposa e a 16 anni ebbe il primo dei tre figli, ma solo uno visse. Con la cognata iniziò a dedicare il suo tempo libero a soccorrere poveri ed ammalati. Alla morte della suocera, suo suocero le affidò le chiavi delle dispense, dei granai e delle cantine; Francesca ne approfittò per aumentare gli aiuti ai poveri. Con il consenso del marito, Francesca vendette tutti i vestiti e gioielli devolvendo il ricavato ai poveri; insieme ad alcune donne, andava a coltivare un campo, da cui ricavava frutta e verdura che poi distribuiva personalmente ai poveri. Alla morte del suocero, Francesca dirigeva l’Ospedale del Ss. Salvatore da lei fondato, senza tralasciare i suoi poveri. Francesca riceveva dal Signore il dono di illuminazioni e le riferiva al suo confessore che le trascriveva. Queste confidenze riguardavano le frequenti lotte della santa col demonio e di prodigi e guarigioni che le venivano attribuite. Francesca, senza trascurare la preghiera, cominciò a dirigere spiritualmente il gruppo di amiche che collaboravano con lei. Il 15 agosto 1425 le undici donne si costituirono in associazione con il nome di “Oblate della Santissima Vergine”, poi dette “Oblate di Santa Francesca Romana”. Dopo la morte del marito, si unì alle compagne nel monastero da lei fondato. La ‘santa di Roma’ morì il 9 marzo 1440 nel palazzo della famiglia dopo aver assistito il figlio gravemente malato.

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